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Coppa Cobram del Garda: in 300 alla terza (e tragica) edizione

300 esauriti circa, giornalisti e fotografi in ogni dove, pubblico in delirio e mezza cittadina bloccata. No, la Coppa Cobram del Garda non è stata una "cagata pazzesca". È stata memorabile sotto ogni punto di vista. Il comunicato stampa post-gara

I primi concorrenti, inguardabili e penosi quanto basta, si sono presentati al via di buon ora e già in sella domenica mattina. Evidentemente le velate minacce del Visconte Biciclettaio Cobram sono servite: il rischio di una sgambata punitiva fino a Pinerolo deve aver terrorizzato a morte i poveri inferiori. Ma la Megaditta, per ogni punizione promessa e a volte inflitta, ha sempre qualche contentino da concedere: la colazione imperiale offerta dal Panificio Daniele e accompagnata dalle bibite, rigorosamente alcoliche, dell’Ozioso Castellano, hanno dato lo sprint giusto alla punzonatura.

La partenza? In pompa magna con tanto di auto vescovile a fare da apripista. All’interno l’illustrissimo arcivescovo con anello pastorale e dito amputato, una suora dalla dubbia morale con improbabile rosario e l’Arcangelo Gabriele sceso in terra per garantire l’incolumità dei presenti. Al seguito il Visconte in un completo stile safari d’altri tempi, ciclisti con rigoroso abbigliamento vintage, tennisti agghindati con i vestiti della zia ricca, signorine Silvani con boa piumati e cappelli a larga tesa, la Pina e Fantozzi in tutte le versioni possibili e immaginabili, Mariangela prima, dopo e durante la gravidanza, Ughina imbalsamata, Ughina in carne e ossa, Franchino e l’immancabile ascella terrificante, la Contessa Serbelloni Mazzanti vien dal Mare con una scorta raddoppiata di bottiglie di champagne, quel paraculo di Calboni con la sua frattura bilaterale multipla e tutta una serie di soggetti non ben identificati ma imbarazzanti al punto da integrarsi perfettamente con il resto del gruppo.

Il tragitto da via Castello, lungo tutta la piazza e persino lungo la statale che collega Desenzano a Rivoltella, era un unico bagno di folla in attesa di veder sfilare le merdacce. La presenza così massiccia di pubblico, più l’infinita carovana degli scrausi ciclisti, hanno monopolizzato le strade principali del paese per almeno un’ora. I malcapitati automobilisti però, invece che infuriarsi per il disguido, si sono divertiti ad immortalare il momento. Prima tappa a sorpresa: veloce visita alla futura sede del Biciclettaio Matto, che sarà in viale Motta, dove alcuni sfigati, pensando di poter scroccare qualche cochina fresca da un distributore, si sono invece beccati le lattine dritte sui gioielli di famiglia. Ma il tempo per le medicazioni non c’era, quindi ripartenza agile in direzione Porto di Rivoltella.

Lo staff del Classic Rock Beach Cafè quest’anno è persino riuscito a superarsi rispetto alla scorsa edizione: musica dal vivo con la band 3 metri sotto il Kilt, buffet e aperitivi offerti a tutti i presenti, che vi assicuriamo erano davvero tantissimi, consegna della Bomba e panino con mortazza del Ruffoni, simulazione della terrificante tempesta sulla cima del diavolo, epicentro a meno cinquanta gradi con tanto di neve, il solito geometra disperso nella nebbia e poi rivenduto al mercato rionale del pesce, insomma non mancava proprio nulla. Ma il momento topico è stato senz’altro il “Villaggio di Paolo Show”: sul palco appositamente allestito, i diversi team e i singoli concorrenti si sono presentati al pubblico simulando celebri scene del film. I più coraggiosi invece hanno tentato, con mezzi illeciti e bassi espedienti, di convincere il Visconte a donare loro l’ambito omaggio. Ormai però si sa, Sua Perfidia è incorruttibile: bustarelle e raccomandazioni sono tornate al mittente senza alcuna pietà!

La tappa successiva è stata l’obbligata sosta a casa Cobram: qui la tirannica nonna ha accolto i ciclisti con irripetibili epiteti, inascoltabili insulti e terrificanti minacce, sufficienti a far scappare velocemente i ciclisti in direzione Torre di San Martino. E dopo una serie di salitelle da competizione, finalmente il Megapranzo. Il ricco e variegato banchetto ha soddisfatto le aspettative: panze vistosamente lievitate, ebrezza moderata e allegria generale sono stati evidenti segnali che l’Osteria alla Torre è riuscita non solo a servire quasi 300 affamatissimi ospiti, ma anche a gestirli in tutta la loro esuberanza. Prima di rimettersi in sella e di affrontare il tragitto finale, le merdacce si sono rilassate a dovere: alcuni sdraiati nell’erba, altri in abbordaggio delle signorine Silvani apparentemente “scompagnate” e altri ancora si sono lanciati in un torneo di bocce con campo fai-da-te improvvisato per l’occasione.

Ultima e tragica tappa prima dell’arrivo, un’arrogante sgambata nelle campagne desenzanesi. Tra aurore boreali e allucinazioni audio-visive, i “deficienti e rammolliti” ciclisti sono comunque riusciti ad arrivare a destinazione e a tagliare il traguardo di via Castello. E qui come sempre, il Visconte Biciclettaio Cobram ha tenuto il suo prepotente discorso autocelebrativo, cui gli inferiori hanno dovuto assistere in assoluto silenzio e prostrazione.

Ed infine, momento delle premiazioni fu: omaggi rigorosamente fantozziani e assolutamente inutili ai primi dieci concorrenti più votati. Da segnalare il podio: terzo posto una deliziosa Mariangela con orrendo abito fiorato ed adeguata acconciatura, secondo posto quel cesso di Franchino con le sue ascelle pestilenziali e primo posto il meraviglioso Rino Ballotta del team “Prostata Piacenza”. La Latte+, telaio Colnago a scattofisso, è andata a lui per un motivo ben preciso: il look perfettamente studiato e lo spirito incredibile nonostante l’età, hanno colpito tutti. Il Rino è gioia e tenerezza insieme. È tutto ciò a cui noi dovremmo aspirare. Ed è soprattutto la dimostrazione che non è importante chi tu sia o da dove tu venga, l’adorazione un po’ malata, a tratti maniacale, per Fantozzi, l’uomo più sfigato e mediocre d’Italia, fa parte della nostra cultura, volenti o nolenti.

Un doveroso ringraziamento a tutti gli sponsor, ai sostenitori e agli amici che ogni anno contribuiscono a rendere questo evento sempre più grandioso. Al Comune di Desenzano del Garda. A Lonato Emergenza che ci scorta dall’inizio alla fine della manifestazione, così come la Polizia Locale di Desenzano del Garda. Al Vespa Club Sirmione che trasporta il gruppo di Sirmione FotogrfiAMO. A tutti i giornalisti e fotografi. Al pubblico che è sempre più numeroso. Alla Megaditta che non si smentisce mai. E un ringraziamento speciale a Mauro Bresciani, il Biciclettaio Matto di Desenzano, ideatore della gara ciclista più ignorante del Lago di Garda!


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