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Calcio fiorentino, squadra bresciana fa la storia: è la prima fuori dalla Toscana

Calcio storico fiorentino: per la prima volta una squadra non autoctona è scesa in campo per un'amichevole con i Verdi di Prato. Ecco i Neri di Brescia

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Polvere e sangue sul campo da gioco. Nel segno di una tradizione millenaria fatta di calci e botte, ginocchiate e tanti insulti, all'inseguimento di un pallone tanto piccolo quanto pesante, pesantissimo quando gli avversari che te lo vogliono portare via possono essere addirittura 27. Prima in latino, ai tempi dell'harpastum, poi per secoli solo ed esclusivamente in toscano: adesso il calcio fiorentino parla anche bresciano.

Ci sono anche dei giovani nostrani, si fanno chiamare i “Neri” di Brescia, pronti a entrare scalciando nell'olimpo del calcio storico fiorentino, conosciuto anche con il nome di calcio in livrea o calcio in costume. Sarebbe la prima squadra forestiera, la prima squadra non autoctona, non toscana.

Come inizio non c'è male: tutto è cominciato circa un anno fa, con una partita amichevole – racconta il capitano Cristian Cantarini, il suo vice è Nicola Ferrari – “tra ragazzi di Brescia e con le regole adattate all'evento”. Fu una gran fatica, ma anche una gran divertita, tanto da chiedere al popolo di Facebook “se ci fosse qualcuno interessato a condividere questa esperienza”.

E qualcuno è arrivato: mister Lorenzo Frittelli, che oggi è il coach dei Neri di Brescia, un ex “calciante” dei Rossi di Santa Maria Novella, una delle quattro squadre del torne ufficiale fiorentino. “Ci ha proposto un'amichevole proprio con i Rossi e si è offerto di allenarci”. Amichevole saltata, “per la vicinanza al torneo ufficiale”, ma subito recuperata: invece dei Rossi di Firenze, i Verdi di Prato.

Solo pochi giorni fa, sabato scorso: un pezzo di storia scritto con il sangue e con i denti. “Per la prima volta nella storia una squadra non fiorentina è scesa in campo a Firenze per mettersi alla prova in questo meraviglioso gioco”, spiega ancora Cantarini. “Un'esperienza incredibilmente positiva, una partita dura ma sportiva e leale”.

Il calcio storico funziona così: si gioca in 27 per squadra, senza sostituzioni. L'obiettivo è portare la palla in qualsiasi modo (esatto: qualsiasi modo) nella rete avversaria, che copre tutto il lato del campo ed è chiamata “caccia”. Ad ogni “caccia” le squadre cambiano campo. Si può placcare in qualsiasi modo, tranne che da dietro sopra le gambe, e si può colpire l'avversario in ogni modo (pugni, calci, ginocchiate e altro).

Si gioca ovviamente a mani nude. Gli scontri devono sempre essere “testa a testa”, ovvero uno contro uno, due contro due e via così. Fair play: non si può colpire qualcuno a terra, ma solo bloccarlo impedendogli di rialzarsi. La sportività prima di tutto: fatti non foste per viver come bruti, scriveva Dante. Ma poi arrivò il calcio fiorentino.


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