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Catapano Giuseppe: Il valore della persona

L’uomo è un essere che porta nel cuore una sete di infinito. L’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente l’arricchimento del suo essere e la società non dovrebbe sacrificare l’essere per raggiungere un bene particolare sia esso economico sociale, individuale o collettivo. La Fotografia pietosa dei nostri tempi è l’implosione di tutti i valori, la mancanza di valori morali, in un cocktail dove tutto è irrilevante ed eccezionale nello stesso tempo. Negli ultimi anni i successi della lotta alla criminalità organizzata sono stati notevoli ma fin troppi improvvisati in questo sistema moderno di giustizia mediatica dove si ci accaparra il vanto della vittoria, escludendo chi realmente ogni giorno mette a rischio la propria vita operando in prima linea. Le fallaci informazioni dei “narratori” inventandosi diffuse tramite i mezzi d’informazione falsi conoscitori del sistema, contribuiscono ad inquinare le fasi di lavoro ed involontariamente favorire il rafforzamento del sistema MAFIA. Ricordando Einaudi “conoscere per deliberare”, mafia è tutto ciò che approfittando di un senso di precarietà, di incertezza, di delusione attraverso qualsiasi mezzo, strumento, forza o facoltà genera paura e condizionamento del volere altrui. Dunque, fatti salvi i successi del contrasto alla criminalità, bisogna concentrare gli sforzi per mettere in pratica le lezioni di Falcone e Borsellino: IL VALORE DELLA PERSONA. Se partiamo dal valore dell’uomo ci accorgiamo che la dignità e i diritti sono sicuramente minacciati dalla diffusa tendenza a ricorrere esclusivamente ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere come l’imposto silenzio che avvolge i drammi di tante voci spezzate, di vite distrutte e violate, lasciando vivere nel disagio di una società che distribuisce male le sue risorse, che premia chi fa parte di un sistema già usurato. Come è stato più volte ricordato di recente anche dopo i numerosi Maxiprocessi dei pentiti tra gli anni 80 e 90, il grande nemico, “La Criminalità Organizzata” non c’è più, è stata sconfitta, ma tutto questo è vero? Le globalizzazioni dell’economia, le crisi finanziarie, le crisi culturali, le sfide ecumeniche, accentramento di potere per chi rappresenta un ruolo istituzionale, l’immunità per chi genera terrore attraverso la circolazione di false verità medianiche, nel continuo rincorrere un sistema di normative fatte per gli amici del potere ed applicate con sistemi di arroganza di regime al nemico di turno, questo il vero e proprio cancro che uccide ogni giorno, che semina terrore e colpisce chi vive nella legalità. Questa è anche la mafia moderna, una struttura che non arruola più il malconcio di paese, il ragazzo senza famiglia, per mandare allo sbaraglio seminando terrore. La mafia moderna vive, vive nei palazzi, assoggetta a sé rappresentanti delle istituzioni, quelle che contano, quelle che conservano il potere negli anni, quelli che possono condizionare il percorso della vita altrui economicamente e socialmente, quelle che attraverso il potere del ruolo che ricoprono possono caratterizzare e contribuire a spezzare delle vite a vantaggio di nuovi padroni. Se l’inseguimento del denaro negli anni 80 ha portato l’ennesima vittoria alla criminalità organizzata di quell’epoca, oggi seguire l’uomo i propri interessi privati, tra potere e volere, porta lo sviluppo di una nuova “cosa nostra”. Per le “nuove mafie”, come per un nuovo genere di cancro è necessario fare un salto di qualità investigativo, basti pensare ai numerosi capi d’imputazione che pendono a carico dei nostri politici e rappresentanti che hanno contribuito con la forza del ruolo che ricoprivano, ad appalti inquinati, opere inutili, suicidi di persone innocenti, è difficile comprendere quello che sta succedendo, prova ne sono i crescenti arresti. Queste nuove mafie che attualmente per la gran parte restano impunite e se vogliamo sconosciute, continuano ad uccidere, sottrarre risorse, alterare il mercato, investono con facilità denaro quando agli altri manca, poiché attraverso le alleanze di potere da ruolo condizionano al proprio interesse la conclusione dell’investimento. Nessun paese con cui competiamo convive con simili difficoltà; così si perde senza neanche essere ammessi a partecipare. Non lasciamo spegnere la luce che ha illuminato il cammino della lotta alla criminalità organizzata; anche nella memoria dei tanti caduti ai quali abbiamo reso onore. Ma loro ci dicevano la verità, dunque mettiamo in pratica la lotta alle nuove mafie che sono più forti e crudeli quanto più pericolose dei capi di mafia assicurati alle patrie galere. Il rapporto che in questi ultimi anni si è instaurato tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e nuova (vecchia) criminalità, ha partorito le nuove mafie che via via rovesciano i diritti. Oggi queste nuove mafie impunite soggiogano un paese attraverso il condizionamento della classe politica e dei legislatori speculando sull’economia, assoggettando a loro le prede prescelte creano l’insolvenza della giustizia sociale. Questo cancro grazie ad una sorta di alleanza con i giudici della nuova inquisizione (di parte e non di giustizia), investono indifferentemente e indiscriminatamente al di là e al di fuori di ogni conoscenza degli affari sociali, attraverso nuove società apparentemente occulte al pubblico. Le nuove mafie sono tra quelle che hanno potere nei gruppi di controllo, che ricercano il profitto ad ogni costo, tra i manager che nominati da pubbliche autorità, manipolano soventemente con vari sistemi i propri interessi e quelli altrui. Se è necessario seguire il denaro per sconfiggere le mafie è anche vero che il cancro si sviluppa sempre di più in questa deriva istituzionale che deve essere affrontata ripristinando la normalità tra popolo e stato nel rispetto delle funzioni e dei ruoli, perché se la criminalità non entra più in banca per rapinare con la pistola, ora è amica del proprietario per capire gli usi e costumi e con alleanze di potere gli sottrae la proprietà, è matura l’epoca in cui le indagini debbano essere svolte professionalmente. È possibile ed è sicuro vincere questo male che soffoca l’esistenza dei tanti in cerca di giustizia che non trovandola si rifugiano in atti estremi. Questa mafia ha generato in tutti noi la resa, e la ricerca di chi sorveglia il sorvegliante. La nuova mafia consuma le nostri radici, ci condiziona inconsciamente facendoci perdere la fiducia lascia come per chi guarda una partita di calcio spagnolo che il centravanti abbia avvertito il portiere sulla direzione del tiro; non partecipiamo alla ricostruzione delle città distrutte da eventi naturali perché si è speculato sulla catastrofe, restiamo indifferenti alle opere pubbliche perché spesso si nasconde il malfatto. Questa nuova realtà “mafia” che si è innescata nel nostro sistema consuma il terreno comune sul quale poggiamo le relazioni sociali e civili. Questa mafia attuale che convive con le istituzioni, lascia avanzare le peggiori imprese per i lavori pubblici con maggior costi, poca qualità tanti sprechi; eleva ai posti di responsabilità incompetenti e furfanti che trascinano nella rovina le iniziative sia pubbliche che private. La nuova mafia è un cancro che va curato per estirparlo alla radice e non combattuto con la forza delle armi, la cura non richiede solo la testa e le mani, ma anche cuore di ognuno di noi …………. Quando il medico opera in un clima di ostilità e diffidenza i risultati non sono i migliori, del paziente non deve disperdere le sue energie per vincere il male, il medico dovrebbe essere sempre in alleanza con l’ammalato che alla fine spera nella bella notizia. Ricordando le parole del Papa Buono, “MAI DISPERDERE LO SGUARDO DALL’OBIETTIVO” A Cura del Prof. Giuseppe Catapano