Politica

Caos in municipio, condannato il sindaco. Le minoranze: "Nuove elezioni"

Terremoto politico a Gavardo: il sindaco Emanuele Vezzola, condannato per abuso d'ufficio, verrà sospeso dalla sua carica per gli effetti della legge Severino. Le minoranze chiedono le dimissioni

Sindaco condannato viene sospeso dalla carica: l'effetto pratico delle legge Severino, approvata dal Governo Monti e che nel dettaglio prevede la sospensione dall'incarico di un amministratore pubblico, su richiesta della Prefettura o del Ministero degli Interni, per un periodo di almeno 18 mesi per i condannati, anche solo in primo grado, anche per i reati di corruzione, concussione, abuso d'ufficio e peculato.

Lunedì mattina la sentenza nei confronti di Emanuele Vezzola, sindaco di Gavardo: condannato a 1 anno di reclusione per abuso d'ufficio. Tutto si riferisce alla vicenda del 2013, quando venne sollevato dall'incarico l'allora comandante della Polizia Locale Marco Sartori. Il Tribunale del Lavoro, in prima istanza e poi in appello, avrebbe riconosciuto una “discriminazione” nei confronti dell'ex dipendente comunale.

Ora la sentenza del tribunale ordinario: niente di definitivo, è soltanto un primo grado. E il primo cittadino ha già annunciato che sicuramente ricorrerà in appello: potrebbero volerci più di 6 mesi. In caso di assoluzione o proscioglimento allora verrebbe meno anche l'applicazione della legge Severino.

Ma per il momento c'è: ed è proprio Vezzola, in un breve comunicato, ad annunciare il passaggio di consegne (temporaneo) al vicesindaco Sergio Bertoloni. “L'amministrazione continua, il sindaco non decade e continuerà a rappresentare politicamente questa positiva esperienza di governo – scrive Vezzola – anche se, formalmente, subentrerà in ogni aspetto della vita del Comune il vicesindaco Bertoloni”.

Le due minoranze sono sul piede di guerra. Il gruppo di Gavardo Rinasce, sul web, pubblica un post in cui tra le righe chiede le dimissioni del sindaco, al grido di “che vergogna”. Silvio Lauro di Gavardo in Movimento, intervistato da BresciaOggi, suggerisce alla maggioranza “un vero cambio di passo”, le dimissioni e infine le elezioni anticipate.


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