Politica

Faccendiere arrestato: decine di contatti con Ettore Fermi

Appalti lombardi tra imprenditori bergamaschi e calabresi: arrestato anche Alessandro Raineri, bresciano di Palazzolo sull'Oglio, s'indaga sui suoi rapporti con la politica e le istituzioni

Non ci sarebbero più dubbi sul suo ruolo nell'organizzazione: era il “faccendiere”. Sotto la lente degli inquirenti i rapporti umani, economici e politici del bresciano Alessandro Raineri, 73 anni di Palazzolo sull'Oglio, arrestato insieme ad altre 13 persone nell'ambito di un'inchiesta sulla gestione degli appalti lombardi, tra mazzette e coinvolgimento (indiretto) della 'ndrangheta.

Non che il ruolo di Raineri fosse marginale, anzi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, e pubblicato nero su bianco nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, il palazzolese aveva contatti con chi conta: imprenditori, politici, perfino la Chiesa. Perfino il Vaticano.

Qualche dettaglio. Sempre secondo il Gip, nel lungo elenco dei rapporti (il cui consolidamento è tutto da verificare) di Raineri ci sarebbe pure qualche nome importante. Tra questi l'ex prefetto di Milano e Brescia Francesco Paolo Tronca, che risulterebbe però parte offesa per le millantate affermazioni di influenza di Raineri.

Sotto la lente anche i contatti con Ettore Fermi, storico volto delle infrastrutture alla bresciana, uomo politico di lungo corso e presidente di Metro Brescia per quasi un trentennio, dalla “posa” del primo progetto alla conclusione dei lavori.

ETTORE FERMI NELLE CARTE DEL GIP:

Dalle indagini, scrive ancora il gip Alessandra Simon, “sarebbe emerso di come Raineri si fosse interessato ed avesse coinvolto Ettore Fermi, in quanto presidente del Cda di Metro Brescia, al fine di inserire le società degli imprenditori Austoni e Zanga nell'esecuzione di opere pubbliche per la realizzazione del tratto alta velocità Brescia-Verona”.

Un rapporto che in questo caso potrebbe essere stato duraturo: agli atti ci sarebbero più di 120 telefonate, e svariati incontri dal vivo, l'ultimo nell'aprile del 2015. Pierino Zanga e Venturino Austoni sono due degli imprenditori arrestati, entrambi bergamaschi.

Proprio Zanga sarebbe considerato il “centro” del sistema. In manette anche Salvatore Piccoli, imprenditore di Catanzano, Antonio Stefano e Graziano Macrì, legati probabilmente alla 'ndrangheta, Pierluigi Antonioli e Giuseppe Colelli.

Ai domiciliari Gianluca Binato e Livio Peloso, e con loro Massimo Martinelli, dipendente della Nord-Ing. In manette anche un dirigente della stessa azienda, Davide Lonardoni, che avrebbe ricevuto mazzette nell'ambito dell'appalto sul collegamento ferroviario ai terminal dell'aeroporto di Malpensa.


 


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