Scuola

Vivere social, la parola ai millennials: "Facebook non è una piattaforma per giovani"

I sorprendenti risultati dell'inchiesta sull'uso e l'abuso dei social network all'Itis Cerebotani, a cura dei ragazzi del laboratorio di scrittura "Professione Reporter"

Chiariamo subito, è una provocazione. Forse un po' estrema, ma che rende bene l'idea: parafrasando un capolavoro dei fratelli Coen, si può dire che Facebook è ormai un paese per vecchi. O meglio, non è un social network per giovani: senza esagerare, ovvio, ma il dato di fatto è che sono soprattutto i giovanissimi ad allontanarsi sempre più dalla piattaforma social più diffusa al mondo (quasi 2 miliardi e mezzo di utenti attivi), e preferiscono districarsi nelle Stories di Instagram, comunicare con Whatsapp, condividere con l'inossidabile Youtube.

E' questo il dato che più di tutti emerge dall'inchiesta sull'uso e l'abuso dei social network che ha coinvolto gli studenti dell'Itis Cerebotani di Lonato: se il 100% dei ragazzi intervistati utilizza sempre (o quasi) Whatsapp e Youtube, e il 98% utilizza Instagram, solo il 36% è iscritto e attivo su Facebook. Non solo: di questi il 60% sono maggiorenni, tra i 18 e i 19 anni, e 4 su 10 hanno invece 17 anni. In sintesi: nessun under 17 utilizza o ha mai utilizzato Facebook.

I risultati dell'inchiesta

Il metodo d'indagine è semplice ma efficace: un questionario realizzato ed elaborato dagli studenti di "Professione Reporter" il laboratorio di scrittura dell'Itis, nell'ambito dei Progetti Pon per la scuola e quest'anno alla seconda edizione, in cui ai partecipanti – un campione significativo dai 14 ai 19 anni, dalle prime alle quinte – è stato chiesto di rispondere (sinceramente) sui tempi di utilizzo quotidiano dei 12 social network (nel senso più ampio del termine) più diffusi del pianeta, da Facebook a Linkedin, da Snapchat a Viber e così via. I risultati dell'inchiesta. Dei 12 social chiamati in causa sono 7 quelli utilizzati dai ragazzi, il 58%: Facebook, Instagram, Youtube, Whatsapp, Skype, Telegram e Snapchat.

Come anticipato, in termini percentuali il 100% degli intervistati usa Whatsapp e Youtube, circa il 98% Instagram, solo il 36% Facebook, il 28% Telegram, il 21% Skype, il 7% Snapchat. Ma nella pratica quotidiana sono solo 4 quelli utilizzati ogni giorno: Whatsapp, Youtube, Instagram e Facebook. Altri dati significativi: tra chi lo usa, l'iscrizione più longeva a Facebook risale a 9 anni fa, ma in media viene usato da 5 anni e mezzo.

Più recente il boom di Instagram, che però ricordiamo coinvolge ormai quasi tutti gli studenti: iscrizione media da 3 anni e mezzo, il più longevo 8 anni fa. Poi Whatsapp, da 8 anni il più longevo e in media da poco più di 5 anni, e Youtube, addirittura un decennio fa il più longevo e quasi 8 anni di media. Altro quesito importante: quanto tempo sono connessi i ragazzi, ogni giorno? La celebre “media del pollo” (fra tutti e quattro i social) fa 108 minuti. Ma approfondendo i dati si legge che Facebook viene utilizzato 49 minuti al giorno, Instagram 95 minuti, Youtube 98 minuti, Whatsapp addirittura 191 minuti (insomma, più di tre ore). Dunque niente più televisione per i millennials: ma tanti, tantissimi social network. 

Riflessioni obbligate

E le riflessioni sono d'obbligo. “Forse dovremmo tutti imparare a vivere più liberi – spiega la prof. Lucia Trane, docente in compresenza al laboratorio di scrittura – e incontrare anime capaci di farci riflettere, senza necessariamente o nevroticamente postare ogni momento magico. Meglio allora depurarsi da questo mondo tecnologico, che spesso induce persone già false a rincarare la dose della falsità”.

“Il problema è ampio – scrive il dirigente scolastico Vincenzo Falco in una circolare – e anche a scuola riguarda gruppi social di ogni genere dove si mescolano rapporti tra docenti, allievi e genitori. A tal proposito ci si interroga sull'utilità di intrattenere rapporti su piattaforme che favoriscono confidenza e informalità. Ritengo invece che non ci si possa relazionare con i ragazzi adottando le stesse loro modalità comunicative: si perderebbe di vista il rispetto dei ruoli, tanto importante per evitare di infondere nei ragazzi la convinzione di essere loro amici, e non loro educatori”.

A proposito di web: martedì 30 aprile, e proprio al Cerebotani di Lonato, è in programma un incontro su cyber-bullismo e pericoli della rete, a cura della Polizia Postale.


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