Economia

Stefana, lavoratori al capolinea: licenziamento collettivo per 141 operai

Alla Stefana di Nave avviata la procedura di licenziamento collettivo per i 141 operai dello stabilimento di Via Bologna: il 16 marzo i lavoratori incontreranno il ministero

Stefana, l’assemblea dei lavoratori (fonte Cgil)

Purtroppo una storia che si avvicina sempre più al capolinea. Alla Stefana di Nave è stata aperta la procedura per il licenziamento collettivo di tutta la forza lavoro: sono 141 gli operai rimasti nello stabilimento di Via Bologna. Famiglie e lavoratori con il fiato sospeso.

In attesa di una buona notizia che non è ancora arrivata: il 1 marzo scorso si era conclusa senza nessuna offerta l'asta di vendita della struttura, sulla base di 10 milioni di euro. Sul tema non erano mancate le polemiche al veleno, anche da parte della Fiom.

Secondo il sindacato infatti ci sarebbe stato un impedimento forzato alla cessione del sito produttivo, “qualcuno che non vuole che il laminatoio possa ripartire, liberando così una fetta di mercato”.

Nubi oscure all'orizzonte: ad oggi la prospettiva “ingranata” è quella del licenziamento collettivo. Si aspettano le prossime mosse di sindacati e azienda. E' la stessa procedura che prevede un limite di tempo (75 giorni) per eventuali vendite o accordi.

Non sarà facile, anzi: ma intanto è stato fissato (per giovedì 16 marzo) l'incontro richiesto proprio dai sindacati con il ministero dello Sviluppo Economico. L'assemblea convocata dai lavoratori discuterà anche dei due (presunti) interessamenti da parte di altrettante aziende della siderurgia.

Tutto da vedere, ancora: il 28 febbraio scorso è pure scaduta la cassa integrazione in deroga. E i giorni passano, inesorabili. La battaglia mondiale dell'acciaio, anche a Brescia: solo nelle 24 aziende più importanti sono stati persi 350 posti di lavoro, il 9% del totale.

Purtroppo anche la Stefana di Nave rischia di aggiungersi al lungo e triste elenco. Per gli stabilimenti del gruppo si è proceduto con lo “spezzatino”: il sito di Ospitaletto è stato ceduto e bonificato, riconvertito come centro logistico da Esselunga. Ma l'occupazione è salva.

Così come (almeno in buona parte) si è salvata a Montirone, con l'insediamento ceduto all'Alfa Acciai, e nell'altra fabbrica di Nave, in Via Brescia, ceduta al gruppo Feralpi. Un caso embematico, quello della Stefana: era tra i poli più importanti del Bresciano, con oltre 700 addetti. Azzerata, in pochissimo tempo, dalle leggi della crisi e del mercato.


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