Economia

Moda e lusso, azienda in crisi: nella Bassa quasi 200 operaie a rischio

Quasi 200 operai con il fiato sospeso, quasi tutte donne: la cassa integrazione è garantita solo fino a maggio. Crisi senza fine per la Boglioli di Gambara: il "rosso" sfiora i 39 milioni di euro

Le donne della Boglioli faccia a faccia con la crisi: sono quasi tutte donne le operaie della nota azienda di abbigliamento della Bassa Bresciana, da una decina d'anni controllata dal fondo Wise Sgr e ora nelle mani di un commissario nominato dal tribunale, a seguito di richiesta di concordato.

Sul piatto, purtroppo, ci sono i debiti: un “buco” complessivo che sfiora i 39 milioni di euro, tra cui circa 26 milioni e 300mila euro di debiti verso banche e fornitori, e una perdita di bilancio di oltre 28 milioni. L'azienda è stata fondata più di 40 anni, era il 1973, ed è specializzata nella confezione in serie di abbigliamento.

Un marchio noto a livello internazionale: non manca nemmeno una boutique nella capitale della moda. Nonostante il fatturato abbia tenuto (oltre 24 milioni di euro nel 2015) il “profondo rosso” non è mai stato recuperato: e adesso tocca pagare, ma tocca pagare agli operai.

Lo strano caso del sistema economico capitalistico: le aziende cadono, spesso gli unici a perderci davvero sono i lavoratori. Alla Boglioli di Gambara sono quasi 200, e come detto in maggioranza donne: per loro sarebbe stata garantita la cassa integrazione.

Almeno fino a metà maggio, e quindi poco più di un paio di mesi. All'elenco degli arretrati mancherebbe anche 1 milioni di euro di Tfr. Ma intanto il piano di ristrutturazione aziendale ha una scadenza: il 18 maggio prossimo.

La questione Boglioli è finita anche in Regione: giovedì mattina un'audizione davanti alla Commissione per le attività produttive. Il fondo Wise, che oggi controlla l'azienda, ha dato mandato di vendita alla Fineurop Soditic.


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