Economia

Valsabbina: impennata degli impieghi, 600 milioni a famiglie e imprese

Il bilancio del 2017 mostra un ottimo andamento delle masse amministrative: raccolta, risparmio gestito e impieghi. Tutte le tre voci sono in netta crescita. Risultato di esercizio negativo, ma crescono clientela e il numero delle filiali

Nonostante il risultato di esercizio negativo, chiusura d'esercizio che guarda al futuro con ottimismo per Banca Valsabbina, soprattutto per quanto riguarda l'andamento delle masse amministrative: le voci che riguardano la raccolta, il risparmio gestito e gli impieghi sono tutte in significativa crescita. 

Gli impieghi sono pari ad euro 3.040 milioni, evidenziando un’importante crescita di ben il 10,1 % rispetto al 2016. Le erogazioni complessive a medio termine di tutto il 2017, a famiglie e imprese del territorio, hanno sfiorato i 600 milioni, un record nella storia della banca. Bene anche la raccolta indiretta che si attesta a quota 1.691 milioni di euro, in crescita del 13,9% rispetto all’esercizio precedente. Un aumento che si deve al positivo andamento delle sottoscrizioni di fondi comuni (+ 23,6%) e della raccolta assicurativa (+ 19,5%). Il risparmio gestito ammonta così a 982 milioni di euro.

L'analisi del bilancio 2017 dell'istituto presieduto da Renato Barbieri e guidato da Tonino Fornari mostra anche un notevole incremento della base di clientela: il numero dei conti correnti è in sensibile aumento (+7%) passando da 74.212 a 79.527. 

Deciso miglioramento anche della marginalità caratteristica. Il margine di interesse è di  57,2 milioni, in sensibile aumento (+ 15,08%) rispetto al 2016. Prosegue anche il trend di crescita della voce “Servizi di Gestione e Intermediazione”, che comprende i prodotti della Bancassicurazione e del risparmio gestito, segnando un +17,7% nel 2017. Il margine di intermediazione, pari a euro 106 milioni, registra un marcato incremento (+ 18,8%). 

Bene anche gli indicatori della qualità del credito: i crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute) si sono ridotti dal 13,71% al 10,51% sul totale degli impieghi; in particolare, il rapporto sofferenze nette/impieghi risulta ora pari al 5,98%, rispetto al 7,08% dello scorso esercizio. A conferma delle politiche di accantonamento prudenziali costantemente perseguite negli ultimi anni, si evidenzia che la copertura dei crediti deteriorati ha raggiunto il 46,14% (49,25%includendo anche i crediti radiati di cui la Banca è ancora titolare e gli interessi di mora) e  in particolare quella delle sofferenze hanno raggiunto il 55,84% (59,41% considerando i crediti radiati).

Tali risultati sono stati ottenuti con il significativo contributo delle nuove linee di business e delle filiali di più recente insediamento (sette acquistate da Hypo Alpe Bank e due aperture a Milano e Padova) da cui sono attesi ulteriori benefici nel prossimo biennio. Aumento anche nel numero dei dipendenti impiegati nelle 70 filiali: sono passati da 500 a 561. Tutto ciò ha portato a un aumento dei costi operativi, che ammontano a 65,6 milioni di euro, contro i 62,5 milioni dell’anno 2016. 

Per la prima volta in questi anni di lunga crisi economica e finanziaria, il risultato di esercizio è negativo per 5,8 milioni di euro. Il dato è influenzato da componenti non ricorrenti, quali ulteriori rettifiche prudenziali su crediti e dai 5,5 milioni di costi sostenuti per il salvataggio di altri Istituti di credito.

La solidità della banca non è quindi minimamente intaccata, anzi, la capacità di generare reddito è significativamente migliorata, grazie alle nuove linee di business introdotte ed al contributo delle filiali di più recente insediamento in centri nevralgici dell’economia come Milano, la Brianza, Bergamo,Vicenza e Modena.

Le aspettative per il prossimo biennio (piano strategico 2017/2019) prevedono un ulteriore miglioramento di questo trend che, unito ad una riduzione del costo del credito (sia per gli accantonamenti prudenziali effettuati in questi anni, che per il miglioramento del ciclo economico), consentirà il raggiungimento di utili significativi e di proporre dividendi soddisfacenti per i  soci. Già nei primi mesi del 2018 si registrano infatti incoraggianti risultati economici positivi.