Economia

Debiti per oltre 50 milioni di euro: crisi durissima per la Metalli Capra

La Raffineria Metalli Capra di Castelmella alle prese con la crisi più difficile della sua storia: 56 milioni di euro di debiti e quattro istanze di fallimento, si va verso il concordato preventivo

Raffineria Metalli Capra di Castelmella

Un'altra storica azienda bresciana in piena crisi: come scrive il Giornale di Brescia, la Raffineria Metalli Capra di Castelmella (ma con uno stabilimento anche a Montirone) a breve dovrebbe presentare richiesta in tribunale per l'avvio di una procedura di concordato preventivo. Negli ultimi giorni sarebbe stata poi depositata una nuova istanza di fallimento (la quarta) da parte di un fornitore.

Adesso qualcosa scriocchiola, ma scricchiola davvero: pare infatti che per la prima volta si stiano registrando dei ritardi nel pagamento degli stipendi. La Metalli Capra, nei due stabilimenti bresciani, occupa in tutto più di 120 dipendenti.

Una storia che comincia da lontano: l'azienda opera dal 1947 nel settore dell'alluminio secondario producendo pani di alluminio in lega per processi di pressofusione, pressocolata e leghe semiprimaria per fusioni in conchiglia.

Due piccoli “giganti” nel panorama dell'acciaio bresciano: i due stabilimenti produttivi, appunto a Castelmella e Montirone, si sviluppano in un'area complessiva di 135mila metri quadrati, di cui ben 50mila coperti. Presto per dire cosa succederà: negli ultimi mesi sarebbe comunque stata avviata una trattativa con alcuni investitori stranieri.

I capitali esteri potrebbero subentrare ai capitali bresciani in crisi, insomma potrebbero essere pronti a rilevare la storica azienda, in pista ormai da più di 70 anni. Sono stati resi noti anche i numeri ufficiali del bilancio relativo al 2016.

La Metalli Capra ha chiuso con un fatturato vicino ai 105 milioni di euro, un margine operativo lordo di 439mila euro e una perdita di “soli” 2 milioni e mezzo di euro. Come una spada di Damocle però ci sono i debiti: in tutto sarebbero quasi 56 milioni, e di questi più di 29 con le banche. Operai e sindacati sono già in allerta.


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