Economia

Joint venture in Qatar, affare milionario per le armi della Beretta

La Beretta Holding ha siglato un accordo per l'avvio di un nuovo stabilimento a Doha, attrezzato per produrre armi leggere (pistole e fucili) per le forze governative del Qatar

La notizia della nuova joint venture di Beretta in Qatar per la produzione di armi leggere arriva a pochi mesi dalla pesante frattura nel mondo arabo, che ha visto diversi Paesi del Medio Oriente emettere pesanti sanzioni economiche nei confronti del governo di Doha, appunto in Qatar, accusato di “finanziamento e sostegno” a gruppi terroristi legati a Isis e Al Qaeda.

Ancora in Qatar intanto è stata inagurata la Dimdex, la fiera internazionale della Difesa (per non dire delle armi) a cui parteciperà anche il ministro italiano Roberta Pinotti. Una grande vetrina mondiale su cui riecheggia l'eco dell'accordo tra Beretta Holding e Barzan Holdings per l'avvio di un progetto industriale comune, per dotare le forze governative qatarine di armi da difesa leggere con tecnologie d'avanguardia.

La nuova joint venture di chiamerà Binding, in cui Beretta deterrà una quota minoritaria mettendo però a disposizione la tecnologia bresciana delle armi che tanto piace all'estero. Il progetto nel dettaglio prevede la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo proprio nella zona di Doha, la capitale, attrezzato per la produzione di armi portatili leggere, come pistole e fucili.

La nuova “factory” sarà inoltre programmata per avere un centro di studio e progettazione, per sviluppare nuovi sistemi d'arma. Un altro colpo grosso per la holding bresciana (con sede in Valtrompia, a Gardone) tra le più note al mondo.

E come sempre Beretta gode di ottima salute: più di 3000 dipendenti, sedi e filiali in oltre 30 Paesi del mondo, un fatturato nel 2016 vicino ai 680 milioni di euro, con un utile netto di quasi 60 milioni e un margine operativo lordo di oltre 117. Circa il 94% dei ricavi arriva dall'estero.


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