Cucina

Apprendistato con Bottura, il re degli chef: adesso apre il suo ristorante

Apre il 17 novembre a Gussago (in Via Santa Croce) il ristorante “Dina”, gestito dal giovane chef Alberto Gipponi: ha 37 anni e un praticantato d'eccellenza alle spalle, con Bastianich e Bottura

La grande avventura di un giovane chef bresciano comincia da Gussago, e ormai tra meno di 24 ore: il 17 novembre infatti in Via Santa Croce aprirà “Dina”, il ristorante a base di “cucina narrativa” (e che ha preso il nome dalla nonna paterna Dina, la prima che gli ha insegnato a cucinare) gestito da Alberto Gipponi, 37 anni.

Gipponi torna in provincia dopo un lungo praticantato alla corte dei migliori chef del Belpaese (e anche oltre). In ordine sparso si è fatto le ossa (e che ossa) al ristorante Da Nadia di Erbusco, all'Orsone di Cividale al Friuli (gestito da Joe Bastianich) e infine all'Osteria Francescana di Modena, di chef Massimo Bottura, considerato a più voci il miglior ristorante italiano (con tre stelle Michelin).

Un'ispirazione non da poco. “La mia sarà una cucina narrativa – ha detto Gipponi al Giornale di Brescia – in cui l'aspetto del racconto ha un'importanza cruciale. La prima ricaduta ovviamente è nel gusto: quel che mangi deve soddisfare il palato, ma la mia ambizione è servire emozioni”.

Per il primo mese di apertura (anzi, di pre-apertura) sarà disponibile un solo menu degustazione, denominato per l'occasione “Done is better than Perfect”, letteralmente “Fatto è meglio che perfetto”, nel senso che finalmente si comincia (ma ad ognuno la sua libera intepretazione). Il menu è in promozione a 55 euro vini esclusi.

Locale all'avanguardia, e non solo nel menu: realizzato dal designer Gianluca Seta, ospiterà al suo interno anche alcune opere d'arte di rilievo, tra cui un'opera al neon intitolata “Until Then if not Before” e firmata da Jonathan Monk, e un'illustrazione astratta (e metaforica) di Sarah Mazzetti (che lavora pure per il New York Times).

Qualche anticipazione di Innaturale sui piatti che verranno. Su tutti il casoncello crudo ma cotto, che verrà servito in un sacchettino del pane (ispirato alla spontaneità dell'infanzia). Poi un'alice presentata in un gel di saor (che si scioglierà a contatto con la lingua) e che verrà servita su uno specchietto, ispirata al film di Tim Burton “Alice attraverso lo specchio”.

Infine un piatto con sorpresa: una pasta bianca “con senza niente dentro”, ma che sarà vuota (e scondita) solo in apparenza, perché al suo interno sarà farcita con burro di malga e parmigiano montati, accompagnati a lardo, rosmarino e aglio. Non resta altro da fare, se non assaggiare.


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