Cucina

La nuova stella della ristorazione bresciana: l'avventura de "La Porta Antica"

Classe 1991 e già stellato Michelin, Augusto Valzelli celebra il suo primo anno di attività in terra bresciana: funziona bene, benissimo il suo La Porta Antica in zona Campo Marte (dove è cresciuto)

Cruditè di pesce de "La Porta Antica"

Il ristorante La Porta Antica di via Quarto dei Mille, angolo Via Bezzecca in zona Campo Marte, gestito dal giovane (e già stellato) chef Augusto Valzelli si prepara a celebrare il suo primo compleanno, il suo primo anno di attività: la data ufficiale dell'inaugurazione risale infatti al 28 aprile del 2017. Insomma, manca davvero poco.

Un'avventura riuscita eccome quella del giovane Valzelli, classe 1991 e già noto a livello nazionale e non solo, in campo per anni allo storico ristorante Agrodolce di Imperia, di cui lui era diventato il “capitano” meritandosi (alla grande) l'eredità di un altro grande chef, Andrea Sarri.

Proprio in Liguria Valzelli si era guadagnato la sua Stella Michelin, riconoscimento che porterà con sé tutta la vita e che spera di guadagnarsela anche a Brescia. La città che è sempre stata la sua casa, lui che appunto è originario di Campo Marte (dove oggi lavora) e che ha studiato al Mantegna, ha mosso i primi passi (in cucina) a Gussago.

La Porta Antica intanto compie un anno, ma è come se ne avesse più di 90: si parla ovviamente dello stabile, la struttura, le porte che danno il nome al locale e che si dice siano appunto del 1927. Il ristorante è aperto dal martedì alla domenica a cena, e dal mercoledì anche a pranzo (per cui si propone il Business Lunch, due piatti a fantasia dello chef e a seconda delle stagioni).

Qualche assaggio del menu? Adesso ovviamente a tema “primavera”, parte dai “crudi” (una delle sue specialità) come gamberi e kiwi, pesci e crostacei, le tartare di tonno, pere e pistacchi, gambero rosso, menta e passion fruit, la mazzancolla con la maionese al lampone e il pane all'acciuga.

Un viaggio nella tradizione italiana, dal riso Carnaroli allo spaghetto di Gragnano, il risotto allo zafferanno (ma con i pistilli del lago di Garda), fino alle estremità della Terra, nel menu non manca nemmeno infatti un “French rack” di agnello della Nuova Zelanda. Certo, la qualità si paga: a parte il menu alla carta, la degustazione parte da 50 euro (tre piatti e dessert) fino a 90 euro a persona (cinque piatti più il dessert). E il vino, a parte.


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