Cronaca

Vinitaly chiude i battenti: in quattro giorni quasi 150mila presenze

Risultati d'eccellenza per la XLVII edizione del Salone internazionale del Vino e dei Distillati: 148mila visitatori da 120 Paesi per i quattro giorni di fiera che si è chiusa proprio oggi

Foto © BresciaToday

Ha ufficialmente chiuso i battenti la quarantasettesima edizione della più grande fiera planetaria dedicata al mondo del vino e dei distillati, dell’enogastronomia di qualità e dell’innovazione tecnologica nel campo della produzione agricola. Il Salone del Vino meglio conosciuto come Vinitaly anche quest’anno conferma i grandi risultati della stagione precedente, forse non è stato l’anno dei record ma di sicuro gli oltre 4200 espositori hanno attirato a sé occhi e orecchie da tutta Italia, dall’Europa e dal mondo.

Grande ottimismo anche per quanto riguarda lo stand lombardo, ancora una volta tra i più visitati e apprezzati da operatori del settore e curiosi, grazie ad eccellenze in crescita continua e a consorzi emergenti o consolidati come il Franciacorta o il Valtenesi, il Lugana e il Montenetto, a cui si aggiungono le presenze di settore e pure del campo politico come i neo eletti in Regione Gianni Fava (assessore all’Agricoltura) o Roberto Maroni, che ha commentato con un sorriso i fischi del giorno prima, in quel di Pontida, "erano solo quattro 'pistola', così li chiamiamo noi in Lombardia, hanno fatto quello che non dovevano fare, ne pagheranno le conseguenze". Tra i tanti ospiti di rilievo anche Antonella Clerici, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, l’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala.


Occhio di riguardo ovviamente ai mercati emergenti, con il saluto inaugurale del presidente di VeronaFiere Ettore Riello che ha citato “la folta delegazione cinese” o ha ricordato l’impegno dell’ente veronese anche in terra brasiliana, o a Hong Kong. “Nonostante lo strumento fiera venga spesso dimenticato – ha spiegato Riello – il sistema fieristico è ancora fondamentale per promuovere le produzioni italiane all’estero, per un peso complessivo pari a 60 miliardi di euro che valgono quasi il 15% del totale”.

Sul risultato finale invece niente da eccepire: “Abbiamo raggiunto le 148mila presenze, delle quali 53mila estere da ben 120 Paesi: un risultato importante per uno dei settori di rilievo del made in Italy, l’enogastronomia ancora settore vitale per il nostro Paese, che ancora traina la nostra bilancia commerciale e dà lavoro e ricchezza ai territori e all’immagine dell’Italia nel mondo”.

Un business che non invecchia e che invece si rinnova, forte delle quasi 385mila aziende su tutto il territorio per un’attività che arriva a superare i 10 miliardi annui, con una tendenza all’export che ancora non si allontana dal 50%, e anzi tenderà a salire. Unica pecca? Secondo Riello “siamo ancora di fronte ad un’eccessiva frantumazione”. L’anomalia italiana della frammentazione aziendale: in questo Brescia vale come esempio reale, in Provincia ad oggi risultano ancora dieci aziende ogni cento abitanti.


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