Cronaca

I fondi europei se li intascano i morti: truffa da mezzo milione di euro

Le fiamme gialle di Pisogne hanno denunciato 15 persone per il reato di indebita percezione di aiuti comunitari nel settore agricolo

Chiedevano e ottenevano i fondi europei destinati all'agricoltura per terreni appartenenti a defunti, per i quali non era stato stipulato alcun contratto d'affitto o addirittura per porzioni incolte di bosco. Quindici persone sono finite nei guai per il reato di indebita percezione di aiuti comunitari, mentre 12 aziende agricole camune sono state segnalate alla competente autorità regionale per il recupero delle indebite erogazioni.  

Una  frode da oltre mezzo milione di euro (514 mila euro per la precisione) quella scoperta dalle Fiamme Gialle della tenenza di Pisogne a conclusione di una lunga indagine, cominciata nel 2013 nell’ambito dell'operazione denominato “Bonifica”, elaborato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma. 

Il sistema truffaldino era finalizzato a ledere gli intenti e le direttive comunitarie di Politica Agricola Comune (PAC), adottate dell’Unione Europea con l’impegno di circa il 34% del relativo bilancio.

L'attività investigativa ha consentito di scoprire che almeno 11 terreni agricoli, per i quali le aziende stavano percependo i contributi comunitari, risultavano appartenere a persone già defunte e gli eredi disconoscevano l’esistenza di eventuali locazioni in essere, ovvero non risultava nemmeno essere stato stipulato alcun contratto di affitto.

Inoltre, in maniera del tutto autonoma, arbitraria e quindi indebita, le aziende inserivano nelle richieste di contributi anche porzioni di terreno corrispondenti, nella maggior parte dei casi, a vaste aree di bosco incolto presenti sulle montagne della Valcamonica, sulle quali non potevano quindi avere alcun diritto d’uso. 


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