Cronaca

"Riti magici e amuleti a scuola": scrittrice bresciana accusata di stregoneria

Succede a Mocasina di Calvagese, in una scuola elementare: la scrittrice Ramona Parenzan sarebbe stata accusata di “stregoneria” da una mamma del paese

La lezione di Ramona Parenzan, detta “Strega Romilda” (fonte Facebook)

Stavolta non serve la Delorean di “Ritorno al futuro” ma bastano poche parole per fare un salto indietro nel tempo di almeno qualche secolo: la scrittrice bresciana Ramona Parenzan sarebbe stata in qualche modo accusata di “stregoneria” dopo aver raccontato le avventure della strega Romilda in una classe prima delle scuole elementari di Mocasina.

Una storia che ha dell'incredibile, ma che è successa per davvero: nero su bianco, a seguito della segnalazione a quanto pare di una mamma, sulle pagine di una rivista firmata da “un gruppo di giornalisti cattolici” che racconta di un progetto scolastico “all'insaputa dei genitori”, che avrebbe “turbato” i bambini, costretti a “bere delle sostanze come pozioni magiche”, a cui sarebbero stati “dipinti dei simboli sulle braccia” e durante il quale sarebbero stati pure “invocati gli spiriti” e “regalati amuleti”. Il senatore leghista bresciano Simone Pillon (da poco eletto a palazzo Madama) ha inoltre annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sull’accaduto.

Insomma, roba per cui varrebbe la pena convocare l'Inquisizione spagnola, e che ovviamente in paese (a Calvagese) ha scatenato un'accesa discussione. Fortunatamente, unilaterale: nel senso che la levata di scudi è tutta a favore della “strega” Parenzan, protagonista di un progetto interculturale promosso dalla biblioteca comunale, finanziato dal Comune e che a livello scolastico ha coinvolto anche altre classi, deliberato dal consiglio d'istituto e pure presentato pubblicamente ai genitori.

“Denunceremo per diffamazione chi ha scritto quelle cose senza verificarle e infangando il nome della scuola – spiega la dirigente scolastica Sabina Stefano – Non è vero che la scuola non sapeva, perché ci sono le delibere e il progetto è stato presentato anche ai genitori. Nessun rito magico: i simboli sulle mani erano cuoricini e stelline, la pozione era tè verde in bustina che i ragazzi non hanno nemmeno bevuto, l'amuleto era una conchiglia. La signora Parenzan da anni lavora con le scuole, ed era già stata anche a Calvagese: ha semplicemente raccontato in costume alcune fiabe di altre culture, coinvolgendo a turno tutte le classi. E quindi fiabe afgane e ghanesi, storie di donne boliviane e la strega Romilda. Fa parte di un progetto in cui le fiabe servono per avvicinare gli studenti alle diverse culture del mondo, e che da 15 anni si fa nelle scuole. Incontrerò comunque i genitori, e manderò una lettera: sono tranquilla e serena, così come lo sono i ragazzi e le famiglie. Sono invece preoccupata che ci sia ancora qualcuno che crede a certe cose”. Come nel dipinto di Goya: il sonno della ragione genera mostri (che non esistono). Meglio non farla addormentare mai, la ragione.


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