Cronaca

Una sentenza lunga 43 anni: condannati i colpevoli della strage di Piazza Loggia

A più di 40 anni da quella mattina terribile sono stati condannati all'ergastolo, in via definitiva, gli ultimi rimasti: Carlo Maria Maggi, il mandante, e Maurizio Tramonte, uno degli esecutori

Più di quarant'anni per una sentenza definitiva. Di certo una data che rimarrà nella storia, così come è rimasta nella storia la strage di Piazza Loggia del 28 maggio 1974, dove morirono otto persone e ne rimasero ferite tante altre, più di un centinaio. Rimase ferita la città, rimase ferito l'intero Paese.

Terrorismo nero, il terrorismo di cui non si poteva parlare, che faceva comodo. La piccola borghesia alla riscossa, lo stop alle riforme, le lancette della storia che devono essere fermate, anche con le bombe. C'era anche Piazza Loggia, nel lungo elenco.

La condanna è definitiva, per i due grandi accusati: 43 anni dopo il giorno della strage sono stati condannati all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Il primo sarebbe stato il “regista” di quella tragedia, il secondo un esecutore. La condanna è ovviamente contestata dai loro legali. Ma dovrebbe essere definitivamente definitiva.

Le bombe arrivavano da là, dal Veneto e in particolare da Ordine Nuovo, il movimento di estrema destra attivo tra gli anni '60 e '70 e che raccontava di voler ricostituire “il disciolto partito fascista”. In realtà rappresentava le istanze di una piccola borghesia, con base in Veneto ma anche in Lombardia, che non poteva accettare le riforme già allora “europeiste” per la concentrazioni di aziende, capitali e anche operai.

All'Italia moderna loro risposero così, con le bombe. E all'elenco non mancò Piazza Loggia, il giorno del corteo, il giorno in cui in piazza c'erano tantissimi operai e tantissimi studenti. Il terrorismo è reazionario per sua stessa natura, un gesto da vigliacchi. La scheggia impazzita della borghesia.

Erano le 10.12 del 28 maggio 1974. Una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti fu fatta esplodere proprio mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo. Un boato che ha segnato per sempre la storia bresciana e italiana: vi morirono otto persone, ne rimasero ferite ben 102.

I morti, scolpiti nella memoria: Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Vittorio Zambarda. Erano cinque insegnanti, due operai e un pensionato ex partigiano.

La strage di Piazza Loggia è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, insieme alla strage di Piazza Fontana del 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 1980 (85 morti). Breve storia giudiziaria della strage bresciana.

Sono stati riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri di Ordine Nuovo: quali esecutori materiali vennero riconosciuti Ermanno Buzzi (poi assassinato in carcere) e Maurizio Tramonte (condannato martedì all'ergastolo), assieme ai già deceduti Carlo Digilio e Marcello Soffiati. Come mandante è stato condannato all'ergastolo Carlo Maria Maggi.

Tra gli altri imputati (che vennero tutti assolti) anche l'imprenditore Delfo Zorzi, oggi naturalizzato giapponese, il generale Francesco Delfino (generale dei carabinieri ed ex ufficiale del Sismi) e Pino Rauti, ex segretario del Movimento Sociale Italiano.


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