Cronaca

Orrore in A4: donna rinchiusa in un cassone della frutta per due settimane

Le terribile scoperta di alcuni operai che tagliavano l'erba

Il luogo dov'era tenuta prigioniera © Bresciatoday.it

Terrificante scoperta nei pressi dell'autostrada A4, in territorio di Sommacampagna. Per circa due settimane, una 44enne originaria della Polonia è stata tenuta prigioniera in un cassone, uno di quelli utilizzati nelle aziende agricole per la raccolta della frutta. Sopra a quel cassone ne erano stati posizionati altri, pieni di mele, per evitare che la donna fuggisse. E per fare in modo che nessuno la vedesse, il tutto era stato coperto da un telo di nylon. In quella che è stata la sua prigione, la donna è stata portata legata, aveva un lenzuolo per coprirsi e ogni tanto le venivano portati una mela da mangiare e dell'acqua da bere.

Un incubo che per la 44enne si è concluso martedì scorso, 28 agosto, grazie ad alcuni operai, impegnati nello sfalcio dell'erba lungo l'autostrada. Hanno sentito le grida d'aiuto della donna e, quando si sono resi conto che provenivano dal un cassone, hanno chiamato le forze dell'ordine.

Sul posto sono intervenuti gli uomini della Stradale e i carabinieri, che hanno subito liberato la donna poi soccorsa dal 118 e portata all'ospedale di Villafranca dove ha ricevere tutte le cure mediche necessarie. È stata dimessa con una prognosi di 14 giorni e accompagnata in una struttura protetta in Veneto.

Le indagini dei carabinieri hanno permesso di ricostruire in parte la vicenda. La donna aveva avuto negli anni un rapporto burrascoso con il datore di lavoro, diventato poi il suo compagno. L'uomo (N.T. le iniziali, classe '65) risulta residente in provincia di Bolzano, ma da diverso tempo stava nel Veronese dove è proprietario di molti campi. Le forze dell'ordine lo hanno trovato poco dopo aver liberato la 44enne e lo hanno arrestato. Poche ore più tardi hanno fermato un altro uomo, un polacco classe '86 (P.N. le iniziali), il quale sarebbe stato suo complice nel sequestro. Per entrambi, le accuse sono sequestro di persona e tortura.

Tutto ha inizio il 14 agosto. In un casolare vicino all'abitazione di N.T. è avvenuto un litigio tra l'uomo e la 44enne. La donna stava difendendo la sorella, più grande di lei, la quale veniva in sostanza sfruttata da N.T. e da P.N.. La 44enne chiedeva un trattamento migliore per la sorella e questo ha generato una lite. La sorella nel frattempo è fuggita nella sua stanza e la donna, rimasta sola, è stata picchiata; ma è riuscita a chiamare il 118 e i carabinieri. 

I sanitari l'hanno curata, offrendole di portarla in ospedale, ma lei si è rifiutata e ha rifiutato anche l'aiuto dei militari, nonostante quello non fosse stato l'unico caso di violenza subito per mano del compagno. I due uomini ovviamente se ne erano andati via, ma sono ritornati quando la donna è rimasta nuovamente da sola. Le hanno preso la borsa e l'hanno condotta nella roulotte di P.N.. Lì, la 44enne è stata legata e imbavagliata e poi portata nel cassone dove è stata rinchiusa. Il giorno successivo, la pila di cassoni è stata sollevata e portata nel campo vicino all'autostrada, dove nessuno avrebbe potuto sentirla.

Passati un po' di giorni, la sorella della vittima si è insospettita. Le viene detto che la donna si era allontanata verso il lago, ma non si è fidata e ha allertato i figli della 44enne, che vivono in Polonia. Sabato 25 agosto, sono arrivati in Italia per sporgere denuncia sulla scomparsa. Ascoltando la versione della sorella della 44enne, i carabinieri si sono concentrati subito su N.T., il quale si è nascosto dietro bugie e non detti. I militari lo hanno arrestato martedì scorso, dopo aver liberato la donna che per due settimane aveva subito il disumano trattamento.

Fonte: Veronasera.it