Cronaca

Addio a mamma Anna, morta in un incidente: il prete accusa gli immigrati

La dura accusa (dal sapore politico) del parroco don Sergio Formigari nel corso dell'omelia dedicata ad Anna Maria Zippone, la mamma di Sirmione di 37 anni morta mercoledì scorso in un incidente stradale

Il feretro all’uscita dalla chiesa © Bresciatoday.it

In centinaia a Lugana di Sirmione per l'ultimo saluto ad Anna Maria Zippone, la giovane mamma di 37 anni morta a seguito del terribile incidente stradale di mercoledì scorso, in tangenziale, probabilmente provocato dal 21enne Alban Kodra, e dove ha perso la vita anche la piccola Gaia Botticchio, di soli 10 anni. Il giovane è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale plurimo.

La folla silenziosa si è radunata in parrocchia a due giorni esatti dal funerale della piccola Gaia. Cerimonia toccante, in cui non sono mancati gli amici ed i parenti, i ragazzi del Grest: non c'erano i figli di Anna Maria, Nicolas di 7 anni e Noemi di 10, rimasti entrambi feriti (ma lievemente) nella notte dell'incidente.

In prima fila c'era invece Rosanna Prosciutto, amica del cuore di Anna Maria e mamma della piccola Gaia. Sul volto ancora i segni delle ferite di quella sera, accompagnata fin quasi all'altare in carrozzina, dimessa solo pochi giorni fa dall'ospedale.

Travolta dal dolore e dalle lacrime, abbracciata anche dal sindaco Alessandro Mattinzoli, Rosanna ha voluto lasciare un messaggio indelebile sulla bara di Anna Maria, carico d'amore: “Ti voglio bene, e lo sai – ha scritto con un pennarello nero – Ti giuro che starò sempre con loro, con Nicolas e Noemi”.

L'ACCUSA CONTRO GLI IMMIGRATI:

Nel corso dell'omelia anche il prete si è lasciato andare, il parroco don Sergio Formigari che conosceva così bene le vittime, le mamme e i bambini. “Non spetta a noi giudicare, perché il giudizio finale spetta soltanto a Dio”, ha detto don Sergio.

“Così come non spetta a me entrare nella dinamica di un incidente che ha distrutto due famiglie. Ma mi permetto di fare una considerazione generale: certe persone, tra le tante che arrivano in Italia, percepiscono un Paese troppo tollerante, e allora si sentono libere di non rispettare la legge”.


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