Cronaca

Una collina fatta di «scorie di fonderia»: i nomi degli imprenditori indagati

Sequestro di San Polo, le indagini proseguono: volti noti dell'imprenditoria bresciana tra gli indagati, tra questi Ettore Lonati, presidente del gruppo dell'acciaio tra cui Alfa Acciai

Il materiale rinvenuto sulla ciclabile di San Polo © Bresciatoday.it

Traffico illecito di rifiuti. Questa l'accusa importante che emerge dalle indagini in corso a seguito del sequestro di un'intera collina (con annessa pista ciclabile) alle porte della città, a San Polo, che secondo gli inquirenti potrebbe essere stata interamente realizzata con scarti e scorie di fonderia.

I nomi degli indagati: Ettore Lonati, volto noto dell'imprenditoria bresciana e presidente dell'omonimo gruppo dell'acciaio con Alfa Acciai, e Arturo e Livio Bernardelli, il primo amministratore di Bernardelli Trasporti e il secondo di Novastrade.

L'accusa, appunto: traffico illecito di rifiuti. Tutto partirebbe da un prodotto, un granulato: l'Alfa Sinstone, che sarebbe stato venduto da Alfa Acciai a un prezzo compreso tra 50 centesimi e 1 euro a tonnellata.

Un meccanismo sospetto, per gli inquirenti, forse un tentativo di rendere commercializzabile un prodotto che invece sarebbe un semplice rifiuto. E ci sarebbe una conferma “indiretta”: lo smaltimento dello stesso prodotto, derivato dalle scorie di fonderie, pagando dai 4 ai 14 euro a tonnellata per smaltirlo.

Da prodotto a rifiuto, la differenza non è mai stata così sottile. La società Alfa Acciai intanto si dice certa di “aver operato in modo corretto e trasparente”. Resta il fatto che per l'accusa l'Alfa Sistone sarebbe stato venduto a un prezzo “simbolico e incongruo”.


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