Cronaca

Allarme epidemia, il paese di nuovo nell'incubo: "Non bevete l'acqua di casa"

Nessun caso segnalato di intossicazione, ma tanta paura a San Felice dove nel 2009 si erano ammalate più di 2000 persone tra residenti e turisti

Ci sono le dichiarazioni ufficiali, le note stampa che fanno di tutto per tranquillizzare, le indiscrezioni sull'entità “ridotta” della contaminazione, il sindaco Paolo Rosa comunque impegnato in prima linea per organizzare la gestione dell'emergenza. Ma c'è anche tanta paura, gli striscioni alle finestre, le code alle autobotti perché l'acqua di casa ovviamente non si può bere, tanta insicurezza in paese a meno di 10 anni dall'epidemia di gastroenterite che colpi oltre 2000 persone, e sempre a causa dell'acqua dell'acquedotto. E San Felice del Benaco è di nuovo nell'incubo.

Nessuna conseguenza accertata (almeno per ora) sulla salute pubblica, insomma nessuno che si è sentito male: ma pesa come un macigno l'ordinanza “contingibile e urgente” firmata giovedì mattina dal sindaco, in cui si vieta fino a nuovo ordine l'utilizzo a scopo alimentare (e quindi potabile) dell'acqua erogata dall'acquedotto, a seguito della comunicazione – arrivata in municipio alle 11.51 – dell'Ats che ha evidenziato, come da referti dell'Istituto Zooprofilattico, “la presenza di Norovirus GII nei punti rete di Via Santabona, Via Italia e nell'acqua grezza del serbatoio in località Zublino”.

Il Norovirus è considerato uno dei principali responsabili di gastroenterite virale, era presente nell'acqua anche nel 2009 ma non fu la sola causa dell'epidemia, provocata da un “cocktail” di germi e batteri tra cui Rotavirus e Clostridium perfringens, batterio in grado di produrre tossine che causano tossinfezione alimentare (crampi addominali, diarrea, vomito e febbre).

Non si sono ancora i dati ufficiali delle ultime analisi, che risalgono al 18 giugno. “Sono in corso ulteriori accertamenti analitici, esami di biologia molecolare i cui risultati saranno resi noti nei prossimi giorni – scrive l'Ats Brescia – Si ricorda che l'acqua destinata al consumo umano di San Felice proviene dal lago di Garda, e che la contaminazione da Norovirus ha come sorgente il circuito oro-fecale. Al momento non risultano notizie di condizioni patologiche correlabili all'utilizzo delle acque in questione”.

Nessun caso dunque, ma un'ordinanza urgente “a titolo cautelativo, al fine di prevenire potenziali rischi per la salute e l'igiene pubblica”. “Siamo in contatto continuo con l'autorità sanitaria per vedere il da farsi”, ha detto il primo cittadino. E intanto in paese sono tornate le autobotti, esattamente come nove anni fa (anche se l'emergenza non è la stessa, sia chiaro).

La distribuzione dell'acqua di “riserva” avverrà in forma ininterrotta dalle 6 alle 24, tutti i giorni fino alla revoca dell'ordinanza. Il servizio di fornitura è previsto nel parcheggio di Via Dietro Castello a San Felice, a Portese nel parcheggio di Via dei Pescatori (vicino alla chiesa) e a Cisano in Via Santabona, all'angolo con Via del Convento. Gli esercizi commerciali e turistici, previa richiesta, potranno provvedere al riempimento di eventuali serbatoi privati interni.

E nell'attesa di una qualche novità, monta inevitabile anche la polemica. “Già a novembre era stata rilevato il Norovirus – dicono Simone Bocchio e Simone Zuin della minoranza di Idee in Comune – poi smentita dalle controanalisi, ma abbiamo ricevuto solo risposte sommarie, quasi a voler nascondere il problema. E oggi sembra che nove anni siano passati inutilmente: qua la responsabilità non è solo del gestore, ma anche politica”.


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