Cronaca

Finti poliziotti per rapinare i soldi (anche in nero) di professionisti e imprenditori

Sono stati condannati in tutto a 24 anni di carcere i sei componenti della banda dei finti poliziotti che per mesi ha terrorizzato professionisti e imprenditori che portavano contanti dentro e fuori l'Italia

Foto di repertorio

Condanne pesanti, pesantissime per i componenti della banda dei finti poliziotti: un gruppo composto da criminali bergamaschi e milanesi che nei mesi aveva colpito anche nel Bresciano, e più volte. Una donna di Lumezzane, ad esempio, era stata derubata ben due volte: la prima di 40mila euro, la seconda di 25mila.

Sono sei le persone finite a processo: in tutto le condanne “valgono” almeno 24 anni di carcere. I nomi dei condannati: Palmiro Bonomelli 6 anni di reclusione, Giovanni Danesi, Luca Agosta e Antonio La Fronza 4 anni e 8 mesi, Salvatore Di Stefano e Fouad Choukrane 4 anni.

Tre di loro hanno patteggiato, altri tre hanno scelto il rito abbreviato (con la riduzione di un terzo della pena). Il loro “sistema” ha funzionato a lungo: lavoravano sul confine con i Balcani, si fingevano poliziotti. Un finto lampeggiate sulla macchina, una finta pettorina con la scritta “Polizia” sul petto.

Oltre a questo, una pistola vera: spesso utilizzata per colpire chi opponeva anche una minima resistenza. Un sistema che funzionava anche per la tipologia si può dire “particolare” delle vittime prescelte: in molti casi si trattava di persone che stavano portando soldi in contanti (non sempre pulitissimi) in Italia o all'estero.

Attraversando appunto il confine, dove i finti poliziotti spesso si piazzavano. Qui fermavano le auto o le seguivano, facevano scendere il conducente, spesso lo sdraiavano a terra (anche minacciandolo con la pistola), poi si facevano consegnare il malloppo. Imprenditori, professionisti: in auto a volte viaggiavano con decine di migliaia di euro.

I sei condannati sarebbero stati beccati anche grazie ai tatuaggi sulle loro braccia, non sempre nascosti da camicie o false divise. Il primo colpo è andato in scena poco più di un anno fa, a Capriolo. Solo in pochi mesi di attività sarebbero riusciti a incassare circa 1 milione di euro.

Ma è soltanto una stima: in vari casi si è trattato di soldi non tracciati o comunque di dubbia provenienza, soldi che probabilmente anche gli stessi rapinati non avevano interesse a mettere in mostra. Funzionava così: i finti poliziotti sfruttavano in qualche modo una “falla” del sistema, quella che permette di mettere a “nero” più di 120 miliardi di euro l'anno.


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