Cronaca

Compagna uccisa a calci e pugni, chiesta la condanna all'ergastolo

Il pubblico ministero ha chiesto la condanna all'ergastolo per Elio Cadei, accusato di aver ammazzato a calci e pugni la compagna Simona Simonini, il 17 novembre del 2015. La difesa ha invece chiesto che venga riconosciuta la seminfermità mentale del 48enne e l'applicazione delle attenuati generiche. Mercoledì prossimo la sentenza

I carabinieri presso l'abitazione dov'è stato trovato il cadavere © Bresciatoday.it

Per gli inquirenti Elio Cadei ha ammazzato a calci e pugni la propria compagna Simona Simonini, 42enne di Provaglio D'Iseo. Un omicidio efferato che si è consumato al termine dell'ennesima serata di eccessi e di violenze trascorsa dalla coppia nell'appartamento al secondo piano della cascina di via Regina Elena. 

A un anno e mezzo dal delitto, avvenuto il 17 novembre del 2015, la vicenda processuale si avvia a una conclusione. Il prossimo primo marzo il giudice per le indagini preliminari Elena Stefana leggerà la sentenza. Mercoledì l'ultima discussione in aula: uno 'scontro' tra periti e consulenti sulle effettive capacità di intendere e di volere dell'imputato, che dal canto suo continua a ribadire di non ricordarsi nulla di quanto avvenuto quella notte. 

Per Cadei il pm ha chiesto la condanna all'ergastolo, sulla base anche di quanto sostenuto in aula dal perito incaricato dal gup. Secondo la valutazione condotta dall'esperto, il 48enne presenterebbe tratti di personalità emotivamente instabile, ma non soffrirebbe di un vero e proprio disturbo. Inoltre,  nonostante il micidiale cocktail di alcol e droga assunto nelle ore precedenti l'omicidio, l'uomo era pienamente in grado d'intendere e di volere.

Diametralmente opposta la tesi del consulente incaricato dalla difesa, secondo il quale Cadei soffrirebbe di un disturbo borderline di personalità che, amplificato dall'uso di sostanze e di alcol, avrebbe influito sulle reali capacità di intendere e volere dell'uomo. Sulla base di questa analisi, il legale del 48enne, l'avvocato Franco Abate, ha chiesto il riconoscimento di un vizio parziale di mente e la concessione delle attenuanti generiche. 


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