Cronaca

Stefania Fogliata: "Sono vittima di una vendetta, alle bimbe non ho mai torto un capello"

L'istruttrice ha cambiato avvocato, affidando la sua difesa al noto penalista del foro romano Giacomo Marini, e si è difesa davanti al gip.

Stefania Fogliata

La incontriamo fuori da un'aula del tribunale di Brescia, al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, durato oltre due ore. Stefania Fogliata – l'istruttrice di ginnastica ritmica accusata di maltrattamenti nei confronti di 8 ex allieve – esce sottobraccio al difensore Giacomo Marini, noto penalista del foro romano con alle spalle un'esperienza di lungo corso in importanti vicende giudiziarie. È in lacrime, schiacciata dal peso di accuse che le hanno sconvolto la vita. 

"Volevo e voglio bene a ognuna di quelle bambine: non nutro alcun risentimento nei loro confronti. Una cosa è certa: non le ho mai toccate, nemmeno con un dito. Mi dipingono come un mostro, ma io non sono così", esordisce la 31enne, che – nelle due ore precedenti – "si è difesa, smentendo ogni addebito: punto per punto", fa sapere il suo legale. Al giudice Fogliata ha raccontato la sua verità e cosa davvero succedeva all'accademia di ginnastica artistica "Nemesi" di Calcinato, la cui attività è stata sospesa dalla Federazione Ginnastica d'Italia. 

Nell'ordinanza del gip, che prevede il divieto (lungo un anno) di esercitare la professione di allenatrice sull'intero territorio nazionale, si parla di "un quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse".

"Tutto falso – replica la donna –. Faccio un esempio su tutti: quando faceva freddo e non avevano voglia di allenarsi, le lasciavo giocare a bandierina o a basket. Alcune di loro le ho aiutate e sostenute a superare momenti delicati e difficili. La sorella di una delle ginnaste, che mi accusava, ha continuato a frequentare l'accademia. Perché l'ha fatto, se sono così cattiva come vogliono dipingermi? Posso avere sbagliato, a volte, esigendo molto dalle ragazze. Ma ogni decisione è stata presa in accordo con i relativi genitori. Una mamma mia ha persino fatto acquistare delle costosissime cyclette da mettere in accademia per fare in modo che la figlia dimagrisse".

All'origine delle denunce, e dell'inchiesta, ci sarebbe - secondo la 31enne - un desiderio di vendetta da parte di alcune ex atlete e dei loro genitori: "Temo di essere stata vittima di una macchinazione, avvenuta alle mie spalle. E sul punto chiederò tutti gli accertamenti. Alcune delle atlete che ora mi accusano volevano smettere, perché non erano riuscite ad ottenere i risultati che speravano. Traguardi mai promessi da me e sicuramente difficili da raggiungere".

Non è solo Fogliata a smentire i presunti maltrattamenti subiti dalle 8 atlete, che hanno fatto scattare l'inchiesta: "Stefania torna in palestra, le tue ginnaste ti amano", si legge sugli striscioni appesi nelle scorse ore fuori dalla palestra di Calcinato. "Siamo fermamente convinti che non abbiano subito né improperi, né insulti, né restrizioni alimentari", fanno invece sapere alcuni genitori tramite una nota inviata agli organi di stampa. 

Dalla sua parte, l'allenatrice ha anche le centinaia di lettere scritte negli anni dalle allieve del centro "Nemesi": missive colme di affetto e di stima nei suoi confronti. E non solo. Nella lunga lista dei testimoni stilata dal suo legale, c'è pure la star della ginnastica ritmica russa Alina Kabaeva: 38 anni, oro olimpico ad Atene, e un passato nella squadra Aurora di Fano (l'atleta è accreditata, dal gossip dei media internazionali, come partner 'segreta' di Vladimir Putin). 

L'avvocato Giacomo Marini ha subito chiesto la revoca della misura interdittiva e ottenuto il rinvio dell'udienza al tribunale sportivo: la giovane istruttrice sarà sentita dal giudice federale il prossimo primo febbraio. 


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