Cronaca

Emergenza polmonite, adesso indaga la Procura: "Epidemia colposa"

Controlli dei carabinieri del Nas sulla rete idrica dei principali comuni, dove si è sviluppata l'epidemia nei primi giorni di settembre

L'epidemia di polmonite continua a seminare paura nel Bresciano e con il passare delle ore i casi continuano a salire: sono ben 250 quelli attualmente accertati. L'agente patogeno non è ancora stato individuato, ma si tratta certamente di polmonite batterica, come affermato dall'assessore regionale Giulio Gallera.

Principale indiziata, come vettore di diffusione del batterio, rimane la rete idrica dei 20 comuni bresciani dove si è sviluppata l'epidemia dal 2 al 9 settembre. Anche la procura di Brescia indaga sul preoccupante fenomeno e ha aperto un'inchiesta per epidemia colposa.

Le indagini partono proprio da un'ulteriore verifica della rete idrica: il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo, titolare dell'inchiesta contro ignoti, ha incaricato i carabinieri del Nas di effettuare nuovi controlli concentrandosi soprattutto su questo aspetto.

Nessuna ripercussione sull'apertura delle scuole: l'attenzione rimane altissima, ma nessun sindaco dei comuni interessati dall'emergenza ha ritenuto opportuno chiudere gli istituti e rinviare l'inizio delle lezioni. Un provvedimento che allo stato attuale non sarebbe necessario, come già spiegato in un'intervista rilasciata al nostro giornale da Mario Fraccaro, sindaco di Montichiari, secondo comune per casi di polmonite accertati.

Sulla vicenda ha preso posizione anche il Codacons: "L'art. 32 della Costituzione Italiana garantisce il diritto alla salute dell'individuo, qualificandolo quale diritto fondamentale e interesse primario della collettività. Le Pubbliche Amministrazioni sono tenute a vegliare sul rispetto delle regole utili ad assicurare l'effettività dei principi individuati dalla Costituzione. Le imprese private che offrono servizio alla collettività, su incarico pubblico, devono operare professionalmente in maniera ligia alle regole prestabilite, con particolare attenzione alle norme e ai criteri di sicurezza", afferma l'associazione in una nota.

"L'eventuale assenza di controlli tempestivi sui campioni d'acqua della rete idrica e l'eventuale mancanza di diligenza delle imprese che gestiscono l'afflusso dell'acqua potabile presso le case possono avere gravissimi effetti collaterali quali il contagio collettivo a cui stiamo assistendo", conclude il Codacons.