Cronaca

Disastro ferroviario: prima di morire, il gesto d’amore per salvare la figlia

Ha cercato di proteggerla afferrandola con un braccio: questo il gesto che ha salvato la vita alla giovane Lucrezia, la figlia di Pierangela Tadini, una delle tre vittime del disastro ferroviario di Pioltello

Pierangela Tadini

Nell'immensita di una tragedia che mai sarebbe dovuta accadere, un gesto che brilla di speranza: un braccio allungato per coprirla e proteggerla. Questo l'ultimo d'amore gesto della 50enne Pierangela Tadini, una delle tre vittime del treno che mercoledì mattina è deragliato all'altezza di Pioltello, poco prima dell'alba.

La donna era sul convoglio insieme alla figlia Lucrezia, di appena 18 anni: la mamma stava andando al lavoro, come tutte le mattine. E come tutte le mattine di fianco a lei c'era le figlia, le due legate da un rapporto speciale. Abitavano insieme da sole da quasi otto anni, a Misano Gera d'Adda, a seguito della separazione di Tadini dal marito.

Il coraggio di una mamma, anche nella disperazione. Ha fatto quello che ha potuto, forse d'istinto: ma non si esclude che abbia protetto quanto basta la figlia, per salvarle la vita. Perché se infatti mamma Pierangela non ce l'ha fatta, la giovane Lucrezia invece è sopravvissuta.

Prima abitavano a Caravaggio, da qualche anno invece a Misano. Pierangela Tadini lavorava negli uffici amministrativi dell'ospedale San Giuseppe di Milano. I nonni di Lucrezia (e genitori di Pierangela) abitano ancora a Caravaggio: mamma Angelo e papà Luisa, che la piangono insieme alla sorella.

Sempre buona e disponibile, dicono di lei. Un sorriso che rimarrà per sempre in qualche fotografia. Spezzato da un maledetto destino, e da un binario rotto che rotto proprio non doveva essere. Insieme a Tadini su quel convoglio hanno perso la vita altre due donne.

Ida Maddalena Milanesi aveva 61 anni, abitava a Caravaggio: lavorava come neurologa, esperta in radioterapia, all'istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Anche Alessandra Giuseppina Pirri era una pendolare, aveva solo 39 anni. Abitava a Capralba, al confine tra Bergamo e Cremona, faceva la contabile a Sesto San Giovanni.


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