Cronaca

Nella cava dismessa rifiuti tossici e Pcb: "Allarme contaminazione"

Rifiuti tossici, Pcb e solventi: questo quanto si nasconderebbe ancora oggi nella cava Vallosa di Passirano. Si tratta di una delle location citate dal camorrista pentito Nunzio Perrella

Pcb e non solo: triclorometano, tricloroetilene, solventi vari, e poi rifiuti e scorie industriali, rifiuti solidi urbani. Questo quello che si nasconderebbe ancora oggi nell'ex discarica Vallosa di Passirano, in una cava (ormai dismessa da decenni) profonda fino a 10 metri e con una superficie di oltre 40 kmq.

Lo rivelano le analisi (ancora in corso) effettuate nel corso del cosiddetto "Piano di caratterizzazione dell'area": i tecnici sono al lavoro da un paio di mesi, l'obiettivo è capire cosa c'è là sotto, e cosa si può fare per rimediare.

Sarebbe questa una delle discariche citate anche da Nunzio Perrella, il pentito della camorra che ha raccontato del traffico dei rifiuti anche nel Bresciano. La Vallosa di Passirano venne chiusa nel 1979, con un'ordinanza, a causa dei miasmi allora definiti "insopportabili".

Era gestita dalla Italrifiuti: altra ditta che sarebbe stata citata dal camorrista pentito. Ma adesso cosa c'è in quella cava? Di tutto. In particolare le "peci da Pcb", che sarebbero state scaricate negli anni '70 direttamente dalla Caffaro.

Oltre ai rifiuti citati in apertura, e ai metani e agli etileni che potrebbero aver già intaccato la falda. L'obiettivo è limitare i danni: mettere in sicurezza la zona, bloccare eventuali "perdite", provvedere alla bonifica. 

Ma i soldi sono pochi: a disposizione ci sarebbe meno di 1 milione di euro, 960mila per la precisione. Il lavoro invece è tanto, e parecchio costoso.


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