Cronaca

L'assassino le ha messo le mani sulla bocca, poi l'ha strangolata con un foulard

Le ultime evidenze emergono dai risultati dell'autopsia: la signora Diva Borin di Urago Mella potrebbe essere stata uccisa con un foulard stretto al collo

La palazzina dove abitava Diva Borin © Bresciatoday.it

Al civico 6 di Via Ballini a Urago in questi giorni c'è un viavai costante: ci sono i giornalisti, le telecamere, le forze dell'ordine, i vicini curiosi, gli amici di Diva Borin che sono passati a farle un simbolico omaggio. L'appartamento è ancora sigillato, vietato agli estranei che non siano poliziotti o inquirenti. Posto sotto sequestro fin dal momento del ritrovamento della donna di 86 anni, trovata senza vita sulla poltrona vicino alla porta, probabilmente strangolata con un foulard o una sciarpa.

La ricostruzione dell'omicidio

Prima le mani strette al collo, per strangolarla, poi sulla bocca e sul naso per non farla respirare. Solo in seguito l'assassino l'avrebbe strangolata usando un foulard. Sono queste le ulteriori evidenze emerse nelle ultime ore a margine dei risultati dell'autopsia: l'esame autoptico, richiesto dal procuratore Antonio Bassolino, è stata conseguenza inevitabile delle prime indicazioni raccolte sul posto dagli accertamenti medico-legali. Sul corpo della donna c'erano dei segni sospetti, che fin da subito hanno fatto dubitare della morte naturale.

Procura e Polizia indagano sull'ipotesi di un omicidio. Sono già state sentite le persone vicine alla donna, in questi mesi. Tra loro anche l'amico Salvatore, dipendente di un supermercato e che dava una mano alla signora, considerato una sorta di badante tuttofare. E' stato lui ad accorgersi per primo della morte di Diva Borin.

E' arrivato in Via Ballini poco prima delle 13 di sabato: ha aperto la porta per lasciare una cassa di acqua alla signora, l'ha trovata sul divano priva di sensi, ormai irrimediabilmente morta. Gli inquirenti hanno ascoltato anche il nipote di Diva Borin, Christian: è il parente più stretto della donna dopo la morte del marito, qualche anno fa, e del figlio che nel 1993 perse la vita in un drammatico incidente stradale, a Castegnato.

Le testimonianze

Pare che il giovane con la donna avesse avuto qualche screzio: litigi familiari e niente più, almeno questo è quello che si dice nel quartiere. E che comunque tra i due tutto fosse rientrato, tutto fosse tornato come prima: si vedevano spesso e si volevano bene, così dicono i vicini. Anche vicini e conoscenti sono stati ascoltati dalle forze dell'ordine.

Un lungo elenco di persone le cui testimonianze serviranno a ricomporre i dettagli di un puzzle ancora troppo intricato. In queste ultime ore le indagini si sono spostate anche in ambito finanziario: gli investigatori stanno controllando per filo e per segno anche i movimenti bancari dei conti correnti intestati a Borin, in cerca di un eventuale movente.

In cerca di un movente

Tutto il quartiere intanto rimane sgomento, per quanto successo. La signora Borin viene ricordata come una donna ancora arzilla, nonostante l'età, educata e sorridente, che non negava mai una chiacchiera sull'atrio o al mercato settimanale, quando ci s'incontrava. Tutto questo non sarà più. Uccisa per chissà quale motivo. E chissà da chi. 


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