Cronaca

Il lavoro in fabbrica, la tabaccheria di papà: la vita normale del killer di una notte

Ha confessato, Anthony Aiello: "Sì, sono stato io. Ma non volevo". La cronaca di una vita normale, rovinata per sempre dal gesto di un attimo: faceva l'operaio, il padre gestisce una tabaccheria a Brescia

Anthony Aiello

Ha confessato, Anthony Aiello: “Sì, sono stato io. Ho accoltellato io Yaisy Bonilla”. Ma se ne pente, tanto da essere scoppiato in lacrime quando ha saputo della morte del 21enne colombiano: “Non volevo, non volevo”. La tragedia è compiuta, nel male incontrollato di una notte mai così buia, alle porte del Disco Volante di Brescia.

Una lite degenerata, chissà per quali motivi: non c'entra la gelosia, almeno così dicono gli amici, almeno così dice anche Anthony Aiello. Il ragazzo ha 23 anni, vive da sempre a Gussago: una buona famiglia, mamma e papà e un fratello più grande.

Qualche problema con la giustizia, ma poca roba: storie di spaccio, tutto risolto. Si è diplomato agli Artigianelli, a Brescia, adesso lavora come meccanico industriale in un'azienda di Fornaci: prima era apprendista, adesso ha un contratto a tempo indeterminato.

Faccia e sorrisi spensierati sul suo profilo Facebook, un ragazzo che a 23 anni (come tanti) ha ancora pochi pensieri. Ma la sua vita non sarà più la stessa. E' lui l'assassino: avrebbe ricevuto un pugno in faccia, all'alba di domenica, proprio da Yaisy Bonilla. Ha reagito: male, malissimo.

Lo ha accoltellato, gli ha infilzato la lama nell'addome per oltre 27 centimetri. Una ferita che non gli ha lasciato scampo: il giovane Yaisy, 21enne di origini colombiane, abitava a Castel Mella ma adesso viveva in città con la fidanzata, è morto in ospedale nel pomeriggio di domenica.

Un passato difficile anche per Bonilla, dentro e fuori dalle comunità (era stato intervistato anche da Lucignolo di Italia Uno, sul tema dei ragazzi difficili, la sua storia pubblicata anche in un libro). Ma dalle foto che scorrono su Facebook sembra anche lui un ragazzo felice, quasi dolce: abbracciato alla sua bella, la stessa che ha assistito all'omicidio con i suoi occhi.

La stessa che è corsa via a chiamare aiuto, ha gridato a squarciagola che gliel'avevano ucciso, il suo Yaisy. Il cerchio delle indagini si è già chiuso: Anthony Aiello ha confessato. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura l'hanno trovato a casa, alle 9 di domenica mattina: stava ancora cercando di nascondere i vestiti sporchi di sangue.

Poche ore più tardi ha raccontato (e confessato) tutto: la notte in discoteca, il litigio, il coltello. Yaisy e la fidanzata non erano in discoteca, sono arrivati dopo: forse per raggiungere gli amici, forse per andare a qualche “after”. E invece qualcosa va storto: i due non si conoscono ma cominciano subito a litigare.

L'ipotesi è quella di una lite per gelosia: Aiello avrebbe fatto qualche apprezzamento di troppo alla fidanzata di Bonilla. Una versione che lui smentisce. Altra ipotesi: una sigaretta negata, uno sguardo sbagliato. Ma sta di fatto che la quiete della notte è solo il preludio di una tragica tempesta.

Di buona famiglia, Anthony Aiello: frequentava spesso il bar Zio Piero, a Gussago, dove abitava con i genitori e il fratello, nella zona del Pomaro. Il padre Filippo gestisce una nota tabaccheria in città, al civico 140 di Via Lamarmora.

Il negozio l'ha aperto lo stesso: sguardo basso, la voce rotta dal pianto, a stento è riuscito a trattenere le lacrime. Il pensiero va alla famiglia del giovane Yaisy, e alla sua giovane vita spezzata troppo presto. Ma lo sguardo della mente si avvicina anche al figlio Anthony, e non poteva che essere così: "Due famiglie distrutte".


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