Cronaca

Ucciso a coltellate e poi sepolto: l’assassino scrive alla madre della vittima

Al via il processo per l'omicidio di Guido Bettoni, ucciso a coltellate a 37 anni dall'amico Lamberto Lombrici, che intanto chiede scusa ai familiari. L'episodio la scorsa estate

Lamberto Lombrici

Una lettera di scuse, indirizzata alla madre del giovane che lui stesso ha ucciso. “So che non si può tornare indietro. Sono pentito e pieno di rimorsi: la colpa è mia. Chiedo perdono per quello che ho fatto”. Le parole sono queste, più o meno: la lettera l'ha scritta Lamberto Lombrici, il 43enne che abitava al quartiere Perlasca e che la scorsa estate, pochi giorni dopo aver seppellito il cadavere, ha confessato agli inquirenti di essere il responsabile dell'omicidio di Guido Bettoni, 37enne che abitava in una villa di Via Benacense.

Mercoledì mattina ha preso il via il processo: le dichiarazioni di accusa e difesa, le perizie mediche sul corpo di Bettoni ma anche su quello di Lombrici, che avrebbe riportato ferite ed escoriazioni compatibili con una lite. La tesi della difesa si basa proprio su questo: Lombrici avrebbe cercato in qualche modo di difendersi.

Con questa versione, sarebbe stato Bettoni a “inforcare” per primo il coltello, e sarebbe stato sempre lui a colpire per primo. Lombrici avrebbe incassato un paio di colpi, per poi disarmarlo e reagire, colpendolo fino ad ucciderlo. In aula ha detto che si sarebbe accorto della sua morte solo quando Bettoni non avrebbe più opposto resistenza.

Il resto è storia più o meno nota: il cadavere nel baule, il passaggio a salutare la madre nel campeggio di Moniga del Garda che ha frequentato per anni, il corpo poi seppellito nelle campagne tra Ghedi e Castenedolo. La denuncia di scomparsa, infine la confessione: Lombrici non ha retto, e a tre giorni dall'omicidio (dal 28 luglio all'1 agosto) ha confessato tutto.

All'origine della lite una questione di soldi: “Abbiamo litigato per 300 euro”, avrebbe detto Lombrici. Soldi che facevano parte del “giro” di droga che i due insieme, in qualche modo, gestivano. Bettoni la comprava, Lombrici la vendeva alla Brescia bene. Un sodalizio che sarebbe proseguito a lungo, ma che poi si è irrimediabilmente spezzato. Fino alla tragedia.


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