Cronaca

"Botte, minacce, riti magici: ero una schiava del sesso", l'orrore in strada

La triste storia di una giovane donna, che oggi ha 35 anni, che per lungo tempo sarebbe stata ridotta in schiavitù, costretta a prostituirsi in strada tutte le notti alla Mandolossa

Foto di repertorio

La triste storia di una giovane donna ridotta in schiavitù da una parente di cui si fidava, e che invece era senza scrupoli: una cugina che l'avrebbe sì aiutata ad arrivare in Italia, in cerca di una vita migliore, ma che poi invece si sarebbe approfittata di lei a lungo, fino a farla prostituire, tutte le notte, alla Mandolossa. La teneva in scacco con minacce e percosse, ma soprattutto con riti e preghiere voodoo.

Una credenza ancora molto diffusa in Nigeria, dove tutto è cominciato: è da Benin City che la donna di 35 anni arriva in Italia, a Brescia, circa una decina d'anni fa. Lo fa grazie all'aiuto della cugina, la 46enne Carolyn John detta Carolina, che appunto adesso è sotto processo (e che tra l'altro è già stata condannata a 5 anni per sfruttamento della prostituzione, per un'altra vicenda).

Alla ragazza Carolyn John avrebbe raccontato che sarebbero bastati un po' di mestieri in casa, come colf e baby-sitter, per ripagarla del debito, dell'aiuto per il viaggio. E invece sarebbe subito cominciato l'incubo, costretta a prostituirsi – così sostiene l'accusa – tutti i giorni dalle 21 alle 6, senza sosta e senza la possibilità di fuggire, di guadagnare qualcosa.

Addirittura sarebbe stata malmenata, quando la serata andava storta e i clienti erano pochi. A detta della vittima in poco più di 24 ore sarebbe stata agghindata con una parrucca, vestita con una minigonna e subito mandata in mezzo alla strada. Un incubo che sarebbe proseguito per anni, e da cui la 35enne per molto tempo, forse troppo tempo non ha mai trovato il coraggio di uscirne.

Alla fine il coraggio l'ha trovato: è riuscita a fuggire, a scappare grazie all'aiuto di un cliente. Ha raccontato tutto alle forze dell'ordine, che un po' alla volta hanno ricostruito la storia, hanno indagato sulla “madame” che non si sarebbe approfittata solo della cugina, ma anche di altre giovani donne sue connazionali. Circostanza che sarebbe stata verificata anche da alcune intercettazioni.

E il processo continua: il 12 dicembre la prossima udienza. E una storia che dopo tanto lottare, e tanto soffrire, sembra volgere al termine. Aveva paura di lei, così paura da non avere la forza di reagire: oltre al “lavoro” di prostituta, la mattina spesso la obbligava a seguirla, ad accompagnarla in chiesa, a badare ai bambini e a pulire la casa. Infatti è questo il capo d'accusa: riduzione in schiavitù.


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