Cronaca

Aggredito con una mannaia: “Mi ha massacrato davanti a mio figlio di 10 anni”

Dal letto dell'ospedale Civile, dov'è ricoverato dallo scorso sabato sera, Stefano Tosini racconta la sua versione della sanguinosa lite: "Mi ha lasciato a terra in una pozza di sangue"

Stefano Tosini subito dopo l’aggressione — Copyright © Bresciatoday.it

BRESCIA. È fuori pericolo, ma sul corpo porta i segni della violenta aggressione subita sabato pomeriggio. Per ricucire le ferite procurate dai colpi di mannaia ci sono voluti più di trenta punti di sutura: tanti, forse troppi per ricordarli tutti. Stefano comincia a contarli e mostra le bende che gli coprono interamente tre dita delle mani e l'intero braccio destro. 

Andiamo a trovarlo tre giorni dopo quel sabato di sangue. Il trascorrere del tempo non sembra però aver alleviato il dolore: "Non mi sento più il braccio che è perennemente informicolato, ho lesioni ai nervi e alle arterie", esclama da un letto dell'ospedale Civile. Nemmeno lo shock e la paura lo hanno abbandonato: "Sono stato aggredito senza un motivo da una persona che conosco da anni - racconta il 35enne - . Non siamo mai venuti alle mani, ci sono stati degli screzi, ma abbiamo sempre risolto civilmente le questioni. Tutt'oggi non riesco a darmi una spiegazione di quello che è successo e temo per la mia famiglia."

Stefano vive con la moglie e i 4 figli in una palazzina di via Sesoline, a Mairano: 5 appartamenti in tutto, di cui 4 di proprietà del 50enne che lo ha aggredito con una mannaia. Da sempre la famiglia del 35enne lamenta problemi di convivenza con gli altri inquilini: "Urlano a qualsiasi ora del giorno e della notte - riferisce - sporcano e spaccano gli oggetti comuni".

Nell'ultimo periodo la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata: "Nell'appartamento vicino al nostro è rimasto solo un ragazzo di 20 anni: organizza feste in continuazione e non si riesce più a dormire, in alcune occasioni sono dovuti intervenire i carabinieri. Se gli si chiede di fare meno rumore si viene minacciati."

Proprio le ennesime minacce ricevute dalla moglie avrebbero spinto Stefano a bussare alla porta del proprietario dell'appartamento (abita in una villetta in via Calvino, a pochi metri di distanza) nel pomeriggio di sabato, con l'intenzione di cercare di risolvere la questione.

IL RACCONTO DELL’AGGRESSIONE:

"Mi sono permesso di suonare al suo campanello perchè ero esasperato: sono mesi che la notte non riusciamo a dormire - racconta - e l'inquilino aveva minacciato di rigare la nostra macchina, cosa che peraltro ha già fatto. Il proprietario dell'appartamento si è subito inalberato e ha tirato fuori vecchie questioni che avevamo già risolto: è nata una discussione, poi ci siamo mandati reciprocamente a quel paese e io me ne sono andato."

Il 35enne non credeva certo che di lì a poco avrebbe rischiato la vita: "Ero già salito in macchina e stavo facendo inversione quando me lo sono trovato di fronte: mi ha chiesto di  fermarmi per parlare e provare a risolvere la questione, ma non ho fatto in tempo a scendere dall'auto che lui mi ha afferrato la maglietta all'altezza del collo e con l'altra mano mi ha puntato la mannaia al viso."

A quel punto Stefano avrebbe cercato di difendersi: "Gli ho bloccato i polsi e poi siamo caduti a terra: c'è stata una breve colluttazione, poi lui se n'è andato lasciandomi a terra in una pozza di sangue. Il primo a soccorrermi è stato il titolare di una ditta di siderurgia che si trova lì vicino, il mio aggressore è tornato su suoi passi solo perchè glielo ha chiesto la moglie. Poi non ricordo più nulla, avendo perso 3 litri di sangue sono svenuto "

Una scena da brividi a cui ha assistito inerme il figlio della vittima, che ha solo 10 anni ed è disabile. "È ancora sotto shock e continua a rivivere qui momenti - spiega Stefano -, secondo lui il mio aggressore ripeteva di volermi ammazzare: non so quanto tempo ci metterà a riprendersi e se riuscirà mai a dimenticare".

LE PAROLE DELLA MOGLIE:

"Quello che non dimenticherò mai - afferma Patrizia, la moglie della vittima  - è il ghigno malefico che aveva l'aggressore di mio marito mentre lo soccorreva: continuava a ripetere che Stefano se l'era cercata. Per me sono giorni difficili: oltre a dover assistere mio marito, devo rassicurare i miei  bambini e fare i conti con la paura di incontrare l'aggressore in giro per il paese. Quell'uomo è capace di tutto e lo ha già dimostrato" 

Il 50enne (D.B. le iniziali) è stato arrestato per lesioni aggravate, la misura non è ancora stata convalidata e il magistrato potrebbe convertire il capo d'accusa in tentato omicidio. 


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