Cronaca

Minacce e ricatti: "Se non mi lasci il bar ti sparo". Condannato a 5 anni

Condanna definitiva per Mario Franzé, 45enne originario di Vibo Valentia ma da tempo nel Bresciano, a Lumezzane. Era stato arrestato per tentata estorsione

Foto di repertorio

Minacce e ricatti, fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso: un “blitz” armato di pistola. Questo quanto basta per la condanna di Mario Franzé, 45enne originario di Vibo Valentia ma da tempo nel Bresciano, e ora detenuto nel carcere di Monza. Il giudice lo ha condannato a 5 anni di reclusione (e 4000 euro di multa): l'accusa aveva chiesto più di 10 anni.

Tutto è successo circa un paio di anni fa, dalla primavera all'autunno. Vittime delle sue minacce i titolari del bar Project di Lumezzane, che proprio a seguito delle reiterate minacce, al limite dell'insostenibile, erano stati costretti a mollare tutto, a lasciar perdere.

Fino alla denuncia ai carabinieri, che nei mesi successivi hanno infine arrestato il 45enne. Mario Franzé, noto pregiudicato, dai titolari pretendeva il “possesso” del locale in quanto diceva di essere proprietario delle mura dello stesso bar. Una versione poi smentita dai fatti.

Ma lui non si è mai arreso, anzi. Ha cominciato con le minacce verbali, sempre più pesanti: “Ti brucio il locale”, “Questo bar te lo faccio saltare in aria”, “Dovete andarvene perché qua è tutto mio”. Finché un giorno non si è presentato armato.

E' entrato nel bar con una pistola in mano, l'avrebbe addirittura puntata verso i gestori: “Andatevene o vi ammazzo, vi faccio vivere sulla sedia a rotelle”. Pistola che poi è risultata irregolare, con la matricola abrasa. Un altro capo d'accusa alle spalle del Franzé, ora definitivamente condannato.

Proprio la reazione dei titolari del bar (tra cui una donna) ha fatto scattare il primo arresto, per tentata estorsione. Le ulteriori indagini sul conto dell'uomo, che in paese si atteggiava a mo' di “boss”, hanno fatto emergere una rete di spaccio di droga, che coinvolgeva soggetti sia italiani che stranieri, e fruttava quasi 30mila euro a settimana.


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