Cronaca

Attentato a Londra: padre e figlio bresciani coinvolti nella notte del terrore

Ci sono anche due bresciani tra i testimoni della terribile notte di Londra: sul London Bridge si contano almeno 7 morti e una cinquantina di feriti. La testimonianza di padre e figlio di Orzinuovi

Padre e figlio stretti in un abbraccio infinito, durato quasi tre ore, sperando insieme che tutto andasse bene. Erano in un pub di Londra, avevano appena visto la partita (la finale di Champions tra Juve e Real), sono stati costretti a rinchiudersi in cantina, nel seminterrato, aspettando l'ordine della polizia di tornare in superficie.

Ci sono anche due bresciani tra i testimoni dell'ultimo e terribile attentato del London Bridge, costato la vita a 7 persone con una cinquantina di feriti di cui almeno 20 in gravi condizioni. Quella sera, in quegli attimi, c'erano anche Silvio Baronchelli (55 anni, di Orzinuovi) con il figlio Giorgio.

Il giovane Giorgio (ha 23 anni) studia e lavora proprio a Londra. Il padre Silvio, che è dipendente del Comune di Brescia, aveva colto l'occasione del weekend per passare un po' di tempo con il figlio. Nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare come sarebbe andata.

Nelle loro parole si ricorda la paura, nel racconto di quegli attimi il cuore che batteva a mille, nella speranza di sopravvivere. I due raccontano di aver visto una persona che barcollava, che sembrava un ubriaco: invece era un ferito, ricoperto di sangue.

Poi sono arrivati gli spari. La polizia li ha fatti entrare in un pub, poi li ha fatti uscire di corsa. Attimi concitati, succede tutto in fretta: per strada è un delirio, padre e figlio si trovano proprio nell'occhio del ciclone.

Raccontano di aver notato un altro ferito, forse ferito da un coltello. Raccontano di essersi rifugiati in un ristorante italiano: arriva ancora la polizia, chiede ai due (e con loro un'altra ventina di persone) di stare lontani dalla vetrina del locale, di nascondersi in cantina, nel seminterrato.

Padre e figlio e tutti gli altri scendono di sotto: qualcuno risale, per verificare cosa sta succedendo, si sentono altri spari. Rannicchiati nel buio, come nel peggiore degli incubi: passeranno almeno tre ore, prima che tutto finisca.

Frastornati, storditi, spaventati: tanti come loro, si renderanno conto solo più tardi di quello è successo. Forse lo sentiranno in televisione, lo leggeranno sul giornale. E intanto la città si risveglia: ancora una volta, non sarà più la stessa.


 


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