Incidenti stradali

"Una botta tremenda, poi le fiamme": la testimonianza shock del camionista

Gianni Giuliani era al volante del camion cisterna che ha preso fuoco martedì sull'A21 ed è l'unico sopravvissuto. Ancora senza un nome le 5 vittime che viaggiavano sulla Kia Sportage, tra loro ci sarebbe anche una bimba di pochi mesi

Il boato rimbomba ancora nelle sue orecchie, le fiamme altissime sono ancora davanti ai suoi occhi: Gianni Giuliani, conducente della cisterna esplosa in A21, difficilmente dimenticherà le scene del terribile incidente e del rogo in cui hanno perso la vita 6 persone. Il giorno dopo la tragedia l'autista 48enne si è rifugiato nella sua villetta di Trento, circondato dall'affetto della sua famiglia.

Ancora sotto shock, ma miracolosamente vivo, racconta ai cronisti del Giornale di Brescia, che lo hanno raggiunto al telefono, l'inferno vissuto in autostrada: "Ho sentito la botta poi ho visto le fiamme senza nemmeno pensarci ho slacciato la cintura, ho aperto la portiera e mi sono allontanato".   

"Ho agito secondo le istruzioni, bisogna cercare di mettersi in sicurezza e mettere in sicurezza anche le altre persone. Fare il meglio che si può" ha spiegato il 48enne che è rimasto a lungo sull'asfalto dell'autostrada ed ha assistito ai soccorsi. 

Per l'autista italo-macedone dell'altro camion coinvolto nell'incidente e per le 5 persone che viaggiavano sulla Kia Sportage con targa francesce non c'è però stato nulla da fare: gli inquirenti sono ancora al lavoro per risalire alla loro identità

Sulla dinamica dell'incidente l'autista 48enne non si esprime, per non intralciare le indagini della Procura di Brescia che ha aperto un'inchiesta, ma conferma che i rallentamenti erano stati ben segnalati: "Quando sono arrivato a ridosso della coda mi sono fermato senza problemi. Ma dietro di me è successo qualcosa e ho sentito una botta fortissima."


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