Cronaca

Traffico illecito di rifiuti, un affare da 10 milioni di euro: due arresti e 26 indagati

Gli arresti a seguito delle indagini coordinate dal Comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente e della Procura di Brescia, Direzione distrettuale antimafia

Il camino dell’inceneritore © Bresciatoday.it

L'inchiesta che fa tremare Brescia, e non solo: 26 persone indagate (tra cui un tecnico di A2A e un sindaco) e due arresti, 80 automezzi sequestrati (valore 6 milioni), un giro d'affari presunto di oltre 10 milioni di euro. Lo sgradito ritorno delle “ecoballe”, rifiuti solidi urbani che possono essere smaltiti in termovalorizzatore ma solo dopo specifico trattamento. Ecco, questi rifiuti venivano smaltiti anche all'inceneritore di Brescia, senza essere trattati. Le indagini sono coordinate dal Comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente e della Procura di Brescia, Direzione distrettuale antimafia.

Le origini delle indagini risalgono al 2014, quando un incendio divampò nei capannoni della Trailer di Rezzato. Qui gli inquirenti vi trovarono migliaia di tonnellate di rifiuti stoccati irregolarmente, provenienti dalla Campania, rifiuti solidi urbani in difformità con le autorizzazioni in possesso dell'azienda.

Le ecoballe e i rifiuti (speciali, ma non pericolosi) arrivavano da tutta Italia, in particolare dalla Campania: venivano in prima battuta stoccati a Napoli (alla Sapna), a Roma (Co.la.ri) e a La Spezia (Acam), e poi trasferiti nel resto del Paese. Si parla di almeno 100mila tonnellate entrate nel “giro”: un affare da 10 milioni di euro.

Questi rifiuti non venivano trattati come dovuto (per quanto riguarda il secco, deve essere frantumato, per quanto riguarda l'umido, dev'essere ripulito e stabilizzato) ma nonostante ciò le bolle recitavano che lo fossero.

E tutto questo con la complicità degli autotrasportatori (ci sono anche loro tra gli indagati: sono accusati di sapere, e di non aver mai fatto comunque nulla) e di alcuni dipendenti delle aziende coinvolte, società non solo private ma anche a partecipazione pubblica.

Questi gli impianti di termovalorizzazione che sarebbero stati “sfruttati” dal sodalizio criminale: oltre a quello di A2A a Brescia (per cui ora risulta indagato un dipendente) anche gli impianti di Lomellina (provincia di Pavia), di Vado Ligure (Savona) e di Castelceriolo (Alessandria). Tra i due arrestati figura proprio E.G., il 60enne capo impianto proprio dell'Aral di Castelceriolo.

L'altro arrestato è invece B.P., 46enne, amministratore unico delle società di gestione e trattamento rifiuti B&B di Torre Pallavicina (Bergamo) e BPS (Abbadia Lariana, Lecco). Sono entrambi accusati di traffico illecito di rifiuti. Tra gli indagati eccellenti, oltre a un dipendente di A2A, anche il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini, tra i titolari della Trailer di Rezzato.


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