Cronaca

La vita di Francesco ancora appesa a un filo: 24 ore per conoscere il suo destino

Tutto il paese prega per lui, per Francesco Scalvini di Ghedi: colpito alla testa dai ladri, sotto gli occhi del padre e dello zio, soccorso per primo dalla moglie Cristina

Su Facebook le loro fotografie sono piene di sorrisi e di spensieratezza: purtroppo, al momento, sono solo ricordi lontani. Sarà difficile rialzarsi, difficilissimo: tutto il paese prega per lui. La moglie Cristina non lascia un secondo. “Speriamo bene”, una voce che riecheggia in corsia. Le sue condizioni sono ancora gravissime.

Francesco Scalvini è stato operato quasi subito, alla Poliambulanza di Brescia dove è ancora ricoverato. Un'operazione delicata ma necessaria, per ridurre l'ematoma alla testa: il segno indelebile di una colluttazione che per un soffio non si è conclusa in tragedia. Ma che purtroppo non è ancora finita.

Il padre Giancarlo sarebbe già stato dimesso, dall'ospedale di Montchiari: sta bene. Il figlio Francesco invece è in coma, lotta per la vita. Colpito più volte dalla banda di rapinatori che insieme avevano sorpreso in casa: colpito con un cacciavite, poi con il piede di porco già utilizzato per forzare la finestra da dove erano entrati solo poco prima.

Il tempo dell'attesa: ci vorranno almeno altre 24 ore, forse qualcosa di più. Per sapere del destino ancora incerto del giovane Francesco. Ha solo 36 anni, un ragazzo pieno di coraggio: insieme allo zio Ignazio e al padre Giancarlo (sono rimasti lievemente feriti anche loro) ha provato a fermarli, ad affrontare i ladri.

Un faccia a faccia purtroppo finito male, malissimo. Le voci parlano di una banda di professionisti dell'Est, forse gli stessi che quella sera hanno colpito in varie zone di Ghedi, e non solo in Via Petrarca. Sarebbero fuggiti a bordo di una station wagon di colore chiaro.

Indagini serrate dei carabinieri, coordinate dalla procura. Non sarà facile: gli indizi ci sono, le piste sono tante. La cronaca di quegli attimi purtroppo è ancora viva. Francesco, colpito più volte, si è accasciato a terra sotto gli occhi dello zio e del padre.

La moglie Cristina lo ha soccorso per primo, mentre veniva allertato il 112, massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. I colpi alla testa gli avrebbero sfondato parte del cranio, provocandogli un'emorragia poi rientrata. Ora Francesco è stabile, ma non è ancora fuori pericolo.


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