Cronaca

Pagina Facebook fuori controllo, tra nazifascismo e accuse di omicidio al sindaco

Tra motti, frasi e discorsi che inneggiano al nazifascismo, anche pesanti accuse alla giunta di comunale che, per il gruppo "Montichiari la mia battaglia", sarebbe movente e mandante dell'omicidio dei coniugi Seramondi

Ben oltre i confini della decenza, ma anche della legge italiana. Il gruppo Facebook "Montichiari la mia battaglia" raccoglie e pubblica quotidianamente frasi, simboli e motti di chiara propaganda neonazista. Non è un gruppetto di pochi nostalgici, visto il numero (inquietante) degli iscritti: ben 1.300, tra cui noti commercianti e i consiglieri di minoranza del comune. 

A prima vista sembra un agghiacciante diario che raccoglie farneticazioni varie, ma è purtroppo molto di più. Tra di loro gli iscritti si chiamano 'camerati', i like e i post con motti e simboli dell'ideologia nazifascista spopolano come la nostalgia del decennio più cupo e violento della storia d'Italia.  

Tra gli scatti di saluti romani fatti in ogni dove - dalle chiesa al municipio - trovano spazio gli elogi a personaggi che la storia ha bollato come criminali:  "Joseph Göbbels colto e raffinato... il mio statista preferito", si legge in uno dei tanti post. 

Insomma ci sarebbe abbastanza materiale perchè Facebook chiuda il gruppo e scatti una denuncia di apologia del fascismo. Ma il post che ha scatenato l'indignazione di massa riguarda fatti molto recenti, che hanno scosso profondamente i bresciani. Il brutale omicidio di Frank Seramondi e dalla moglie Giovanna, che si è verificato lo scorso 11 agosto. 

"Coloro che hanno messo insieme la coalizione della giunta di Montichiari sono movente e mandante dell'omicidio Mandolossa", si legge. Ci sarebbero pure le prove che l'autore del post, l’amministratore Massimo Filippeti, avrebbe provveduto a recapitare ai Carabinieri (delle indagini si occupò la Squadra Mobile della Questura) e al Tribunale di Brescia.  

Le reazioni non sono mancate, ma il sindaco Fraccaro ha bollato la questione con un secco "no comment". I precedenti e il curriculum di Filippetti parlerebbero da soli. 


Si parla di