Cronaca

Furore tra alcol e droga, poi il pestaggio: così è stata assassinata Simona

Queste le motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di carcere per Elio Cadei, l'uomo che avrebbe ucciso (nel novembre 2015) la compagna Simona Simonini. Una storia di alcol, droga e violenza

Foto di repertorio

Una ventina di giorni fa la sentenza: Elio Cadei condannato a 20 di carcere per l'omicidio di Simona Simonini, uccisa a calci e pugni (aveva solo 42 anni) a Provaglio d'Iseo nel novembre del 2015. Amareggiati i familiari della donna: il pubblico ministero aveva chiesto l'ergastolo. In queste ore sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza.

Elio Cadei, il 48enne che ha ucciso la compagna, è stato processato con rito abbreviato. La difesa aveva chiesto l'incapacità di intendere e di volere, poi smentita da una perizia psichiatrica. Ma il giudice gli ha comunque riconosciuto alcune “circostanze attenuanti”.

Nel dettaglio, la condanna sarebbe dovuta essere di 30 anni, poi ridotto di un terzo (così prevede la legge) per l'applicazione del rito abbreviato. Una storia difficile quella di Elio e Simona: i due litigavano spesso, e altrettanto spesso abusavano di alcol e farmaci.

Non sarebbe stata la prima volta che una loro serata di “baldoria” finisse poi in violenza. Ad avere la peggio, causa superiorità fisica, sarebbe sempre stata la povera Simona. E in quella serata poi maledetta le cose non sarebbero cambiate di molto.

Sembra che infatti i due fossero in preda a un vero “delirio” dovuto all'abuso di alcol e farmaci, ancora una volta. In quelle circostanze maturò l'ennesimo litigio, violentissimo: stando alla testimonianza di Elio Cadei, solo quella sera (in due) avrebbero bevuto ben sette bottiglie di vino.

Lui non si sarebbe ricordato nulla: il giorno seguente ha chiamato i carabinieri, dicendo semplicemente “E' morto il mio amore”. L'avrebbe uccisa a calci e pugni, ma non ha mai confessato il delitto. Una storia di violenza che si è protratta per anni.

Almeno dal 2009, da quando i due stavano insieme. Parecchie volte Simona Simonini si sarebbe presentata dai carabinieri per denunciare gli atti di violenza che periodicamente subiva. Ma a causa della sua dipendenza da alcol e droga, condivisa con il compagno, non si sarebbe mai allontanata da lui.

Così ha scritto anche il giudice, nella motivazione della sentenza di condanna a 20 anni di carcere per Elio Cadei. Simona avrebbe vissuto una “intossicazione cronica”, un vizio “condiviso con il suo uomo” e per cui era “incapace di superarlo”. Il motivo che l'avrebbe spinta “a coltivare dissenatamente la convivenza con lui, nonostante fosse consapevole del rischio di subire lesioni alle quali, di quando in quando, reagiva in forme ugualmente aggressive”.


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