Cronaca

Duplice omicidio, poi si suicida: Cosimo Balsamo voleva uccidere ancora

Se non fosse stato intercettato dai Carabinieri, nel parcheggio del supermercato dove si poi è suicidato, il pregiudicato avrebbe continuato ad uccidere

Il parcheggio del supermercato dove Balsamo si è suicidato ©Bresciatoday.it

Ha lasciato la sua abitazione di Roncadelle armato fino ai denti, accecato dalla rabbia e dalla sete di vendetta. Mercoledì mattina, Cosimo Balsamo è uscito di casa ed è salito sulla sua bicicletta con una sola intenzione: chiudere per sempre i conti con tutti gli ex 'soci' della banda dei tir, che nei primi anni del 2000 aveva derubato aziende di trasporto di metalli in tutto il Nord Italia.  

Le telecamere lo hanno inquadrato proprio mentre pedalava in sella alla sua bici, sulle spalle un grosso zaino, all'interno del quale c'erano parecchie armi: il fucile a pompa utilizzato per uccidere prima Elio Pellizzari e poi James Nolli, una cintura piena di munizioni e due pistole.  

Secondo gli inquirenti la lista delle vittime avrebbe potuto essere più lunga, se nel pomeriggio il 62enne non si fosse imbattuto in due posti di blocco dei Carabinieri. Sentendosi braccato, si è fermato nel parcheggio del supermercato Italmark di Azzano Mella, ha impugnato una pistola e si è tolto la vita, sparandosi alla tempia. Secondo gli inquirenti erano una decina le persone che il pregiudicato aveva intenzione di uccidere. 

Chi era Cosimo Balsamo 

Il nome di Cosimo Balsamo era ben noto alle forze dell'ordine. Nel 2007 era stato condannato a oltre sei anni per associazione a delinquere e ricettazione per una serie di furti commessi negli anni 2000 in alcune aziende di trasporto di metalli. Sentenza che aveva causato la confisca di tutti i suoi beni e che il 62enne non aveva mai accettato. Per questo aveva chiesto la revisione del processo, rifiutata sia dalla Corte d'Appello di Venezia che dalla Cassazione, e il 9 gennaio scorso era salito sulla tettoia del tribunale di Brescia, per protestare contro il sequestro dei suoi beni. Non solo: nel 2011, Balsamo aveva minacciato il giudice bresciano che l'aveva condannato mettendo dei proiettili nel cestino della sua bici.

L'omicidio di Flero

La giornata di follia omicida è cominciata nel capannone della ditta Sga di Flero, dove Balsamo sarebbe arrivato in bicicletta, poco prima delle 11. Secondo quanto riferito da Giampietro Strada, titolare della ditta presente al momento della sparatoria, l’assassino sarebbe arrivato in azienda chiedendo di vedere Pellizzari. Al rifiuto di aprire il cancello, l’uomo avrebbe scavalcato facendo irruzione nel capannone e, armato di fucile a pompa e pistole, avrebbe chiesto di chiamare subito Pellizzari, 78enne titolare di una ditta di rottami poco distante. 

A fare la chiamata sarebbe stato Giampietro Alberti, zio e socio di Strada. Non appena Pellizzari è entrato nel capannone di Flero, Balsamo gli avrebbe sparato alla testa con il fucile a pompa, dopo aver urlato “mi hai rovinato la vita!”, ferendo poi alle gambe anche Alberti. Il movente dell'omicidio sarebbe la denuncia presentata dallo stesso 78enne nei confronti del killer.

 La fuga a Vobarno 

Immediato il dispiegamento di forze tra Brescia, Bergamo, Milano e Monza Brianza per cercare di intercettare Balsamo, fuggito al volante di una  Bmw x5 nera, di proprietà di Alberti. Rafforzate le misure di sicurezza al tribunale di Brescia, dove si temeva che Balsamo potesse recarsi per colpire i magistrati che lo avevano condannato. Due ore dopo il primo omicidio il pregiudicato ha ucciso ancora, stavolta a Vobarno. La seconda vittima è il 60enne James Nolli, freddato con un colpo di fucile nel cortile della sua abitazione nella frazione Carpeneda. L'uomo faceva parte della banda dei tir, ma a differenza di Balsamo, era stato condannato solo per furto e i suoi beni non erano stati confiscati.

Il suicidio

Dopo il secondo omicidio, Balsamo è salito a bordo del pick-up di Nolli e si è diretto ad Azzano Mella, probabilmente per uccidere ancora: una volta arrivato all'altezza del supermercato Family si è però imbattuto in un posto di blocco dei Carabinieri. Nel tentativo di evitare i militari è entrato nel parcheggio del negozio: quando ha notato una secondo pattuglia a pochi metri di distanza si è sentito braccato. Dopo aver parcheggiato l'auto ha estratto la pistola e ha sparato due colpi, uno dei quali fatale.