Cronaca

Pestato a sangue per il suo iPhone, inseguito con gli amici fin sotto casa

Un'altra aggressione a Brescia, questa volta in pieno centro: in Corso Palestro presi di mira tre ragazzi tra i 17 e i 20 anni, uno di loro preso a pugni in faccia per lo smartphone

Forse una nuova baby gang pronta a terrorizzare i coetanei, in pieno centro a Brescia. Solo un paio di giorni fa l'ultima aggressione: le vittime sono tre giovanissimi, di età compresa tra i 17 e i 20 anni, ad avere la peggio un ragazzo di origini cinesi ma di nazionalità italiana. Avrebbe riportato tagli e ferite al volto, tornato a casa in una pozza di sangue. Lo scrive il Giornale di Brescia.

Tutto è successo in pieno centro, in particolare in Corso Palestro. Qui i tre giovani, che hanno raccontato di essere fermi e impegnati a guardare un video dell'NBA sullo smarthpone, sono stati avvicinati dal gruppo dei quattro bulletti: probabilmente tutti italiani, tra di loro anche un ragazzo di colore e uno di origini filippine, e pure una ragazza bionda.

Si sono avvicinati, ai tre hanno chiesto una sigaretta: ma la domanda era solo un pretesto. Cominciano a infastidire il ragazzino con gli occhi a mandorla, lo accerchiano e lo mettono al muro.

“Dammi il tuo iPhone”, la richiesta della gang. “Non ce l'ho”, la risposta sincera del giovane. Che a questo punto viene aggredito veramente, colpito in faccia più volte, al naso e alla bocca. In pochi attimi è una maschera di sangue.

A fatica i tre riescono a fuggire, si rinchiudono nel palazzo di casa, in Corso Palestro. Qui vengono ancora minacciati da fuori, grida, urla e parolacce. Uno dei quattro aggressori addirittura prende un tavolino da un bar e lo lancia contro la vetrata del portone.

Le acque cominciano ad agitarsi, i quattro allora si allontanano. Nel frattempo uno degli aggrediti è riuscito a chiedere aiuto alla madre: anche la donna avrebbe assistita attonita all'ultimo sfogo della violenta baby gang. Una vicenda che scuote la Brescia bene: “Uno di loro è un ragazzo di buona famiglia”, raccontano le vittime. E intanto i carabinieri indagano.


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