Cronaca

“Vino di lusso, a 90 euro a bottiglia”: ma il ristoratore chiama i carabinieri

Smascherata la truffa del vino di lusso, che tanto di lusso non era: valeva 2 o 3 euro a bottiglia, veniva venduto a più di 100 euro al litro

Vino che sul mercato viene venduto a due o tre euro, massimo, spacciato come un raffinatissimo Bordeaux da più di 100 euro al litro: è questo il modus operandi, che purtroppo da qualche parte ha funzionato, della truffa messa in scena da una coppia, forse tre malfattori, e che hanno provato a gabbare Carmine Pasquariello, il titolare del Gusto Italiano di Piazza Duomo a Brescia.

La telefonata sospetta

Tutto è cominciato con una telefonata, che si rivelerà sospetta solo in seguito: una donna, tale Silvia, chiama al Gusto Italiano e chiede di poter organizzare un importante pranzo di lavoro. Tanto importante che deve essere organizzato nei minimi dettagli: dalla scelta del menu, tra casoncelli e bagoss, fino al vino da servire in tavola.

“Dev'essere un vino francese speciale, che al mio cliente piace tanto: tre bottiglie a tavola e tre da regalare a lui”. Storia strana? “Purtroppo il fornitore non vende ai privati, ma solo ai ristoratori. Se può le lascio il contatto, così ci pensa lei”.

L'affare comincia a puzzare di tappo, per usare un eufemismo: sta di fatto che Pasquariello una telefonata la fa lo stesso, e dall'altra parte il presunto (e ovviamente fittizio) fornitore gli propone l'acquisto di due casse di vino, da sei bottiglie ciascuna, per la modica cifra di 550 euro. “Ma le potrai rivendere a 900 euro”, spiega ancora il venditore truffaldino.

L'incontro truffaldino

L'incontro effettivamente si fa, nella zona di Via Mantova: qui però l'arguto ristoratore decide di fotografare le etichette del vino a lui sconosciuto, e di chiedere lumi ad amici ed esperti. Manco il tempo di scattare che il corriere (anche lui finto) si è dileguato, lasciando però sul posto le bottiglie incriminate.

E la truffa è subito verificata: come detto, erano bottiglie di vino di bassa qualità, vendute appunto a 2 o 3 euro ciascuna. La truffa consisteva nel rincaro esagerato, più di 30 volte il valore di mercato: circostanza smascherata dallo stesso ristoratore, che ha poi denunciato tutto ai carabinieri. I militari indagano.


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