Cronaca

Riciclaggio di denaro per milioni di euro: in manette imprenditore e compagna

In manette l'imprenditore Angelo Mulè e la compagna Patrizia Tretti, entrambi residenti nella nostra provincia, e due imprenditori di Taormina. Sequestrato un patrimonio di oltre due milioni di euro

Si erano conosciuti all'interno dei club più esclusivi di Taormina: qualche drink, due chiacchiere e poi gli affari illeciti. Dietro la "bella vita" di quattro imprenditori - due residenti nel bresciano, altrettanti nella città siciliana - si celava il riciclaggio. 

Per questo la guardia di finanza ha eseguito questa mattina quattro ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e tre ai domiciliari, nell’ambito dell’operazione denominata, appunto,  “Bella Vita”.  Angelo Mulè, originario di Licata ma residente a Brescia, è finito in carcere, mentre la compagna Patrizia Tretti e  i taorminesi Antonino Nicita e Rocco Frisone sono ai domiciliari. 

Le indagini sono scattate nel 2014,  quando le fiamme gialle hanno scoperto che Nicita prestava illecitamente soldi a persone in difficoltà economica, per lo più per le perdite dovute al gioco d’azzardo. Proprio seguendo i movimenti bancari di Nicita i finanzieri sono risaliti al riciclaggio di denaro: quest’ultimo riceveva ripetutamente assegni da società bresciane riconducibili a Mulè, già interessato da altre indagini delle fiamme per aver costituito società fittizie al fine di eludere le imposte, nonché per bancarotta fraudolenta. Tant'è che su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale eseguito in Svizzera.

Approfondendo le indagini è stato possibile ricostruire la complessa operazione di pulizia del denaro, nella quale era coinvolto anche Frisone. Gli assegni in arrivo da Brescia erano intestati a persone defunte o inesistenti, Nicita e Frisone però provvedevano a girarli a loro nome per intascare il denaro e restituirlo in contante al Mulè, trattenendo una quota percentuale.

Coinvolta anche la compagna di Mulè, la bresciana Patrizia Tretti, che a Taormina aveva anche creato una società, la Paniam Taormina Srl,  per dissimulare disponibilità patrimoniali di Mulè.

I militari hanno sequestrato quote societarie risalenti ai quattro imprenditori per l’ammontare di 2 milioni di euro, tra cui il dieci per cento del capitale sociale (che corrisponde ad un milione di euro) dell'Nh hotel ex Imperiale (noto albergo a cinque stelle del centro di Taormina); il 51% del capitale sociale del ristorante da Nino; quattro immobili, tra cui un villino, tutti a Taormina. Nelle mani della finanza denaro, conti correnti bancari, polizze assicurative e altri strumenti finanziari, per una somma complessiva di due milioni di euro.


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