Cronaca

Sorgenti radioattive, un nuovo caso ogni mese: 149 si trovano ancora in azienda

I dati forniti dall'Ats a margine della simulazione di un'emergenza radioattiva alla Ori Martin di Brescia: in tutta la provincia, e in 20 anni, quasi 300 rilevamenti di "sorgenti radioattive"

Non c'è da aver paura: il pericolo di un “fallout” imminente è pura fantascienza. Ma sono comunque dati che fanno riflettere, quelli presentati dall'Ats (ex Asl) di Brescia al termine della simulazione di una “emergenza radioattiva” andata in scena giovedì mattina all'acciaieria Ori Martin, tra Via Canovetti e Via Montelungo in città.

Solamente un'esercitazione: allarme scattato intorno alle 8, con la simulazione dell'arrivo di un camion carico di materiale radioattivo. Tutto messo in sicurezza, in tempi rapidi, grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco del nucleo Nbcr (Nucleare, batteriologico, chimico e radiologico) in collaborazione perfetta con il Comune, l'Ats, l'Arpa e la Protezione Civile.

Simulazioni a parte, ci sono dei dati reali. Sono i numeri delle cosiddette “sorgenti radioattive” che sono state rilevate, da un ventennio a questa parte, in tutta la provincia di Brescia. Questi i dati più aggiornati.

In tutta la provincia, secondo quanto rilevato dall'Ats, in 20 sarebbero poco meno di 300 le sorgenti radioattive individuate, 284 per la precisione. Di queste, la maggioranza sarebbero in Valtrompia.

Ne rimangono poco più della metà: 149 sono infatti ancora depositate nelle aziende dove sono state trovate, ovviamente dopo la messa in sicurezza. Anche plurisecolare, come quanto successo ad esempio per le Acciaierie Venete di Sarezzo.

Sarebbero invece 135 le sorgenti radioattive che sono state smaltite. E quelle che mancano? In tutto sono 17, e sono quelle che sono state poste sotto sequestro.


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