Cronaca

Motorizzazione nel caos: centinaia di "revisioni facili”, sospesi 8 funzionari

Il giudice ha ordinato la sospensione da due a otto mesi (senza stipendio) per gli otto funzionari della Motorizzazione civile coinvolti nell’inchiesta sulle “revisioni facili”

Sono stati sospesi dall’incarico, e quindi non potranno lavorare da qui anche fino a otto mesi, ovviamente senza percepire lo stipendio: e se il primo filone d’indagine si è concluso con le ordinanze del giudice, si continua a “scavare” per cercare di capire quanto fosse profondo il meccanismo, e se altri ancora potrebbero essere coinvolti.

Il riferimento è allo “scandalo” scoppiato ormai qualche mese fa alla Motorizzazione civile di Brescia: l’inchiesta è scattata a seguito di una revisione a dir poco sospetta, una Ford modificata in tutte le sue parti (non originali, come invece sarebbero dovute essere) e comunque dotata di bollino per la buona riuscita dei controlli.

I successivi accertamenti disposti dalla Procura, compresa l’installazione di microcamere per verificare effettivamente cosa stesse succedendo, hanno potuto dimostrare che in circa due settimane (dall’11 al 24 gennaio scorso) sarebbero state addirittura 311 le vetture e i mezzi pesanti o commerciali che sono stati revisionati senza effettivamente fare la revisione.

Controlli sommari, da una manciata di minuti alla volta, senza i passaggi obbligati ad esempio per la rilevazione delle emissioni, a volte saltando direttamente la coda e arrivando in fondo solo per ottenere il timbro. Anche per questo gli inquirenti cercheranno di capire se col tempo si fosse costruito anche un “giro” di favoritismi.

Come disposto dal giudice intanto sono otto i funzionari della Motorizzazione addetti alla revisione dei veicoli che sono stati sospesi dall’incarico: sette lavorano ancora a Brescia, l’ottavo è stato trasferito a Bergamo dove tra l’altro è stato nominato direttore. Proprio a margine delle dette ordinanze, la Motorizzazione di Brescia è stata momentaneamente chiusa, e revisioni e collaudi sospesi.

Per i coinvolti nell’indagine l’accusa aveva chiesto gli arresti domiciliari, il gip ha invece optato per la semplice interdizione dai pubblici uffici, con la sospensione dal luogo di lavoro (senza stipendio) per un periodo che va dai due agli otto mesi. Questi i nomi: Paolo Amadei, Vincenzo De Donno, Oreste Iannone, Angelo Marzia, Valter Minelli, Luciano Romis e Maurizio Vantaggiato i bresciani, Roberto Pietro Bono il bergamasco.   


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