Cronaca

Mamma e bimba morte prima del parto: medici accusati di omicidio colposo

Non avrebbero fatto nulla per salvarla: così gli inquirenti a conclusione delle indagini preliminari sulla morte di Giovanna Lazzari al Civile di Brescia. I nomi dei due medici indagati

Emilia Buccheri e Federico Prefumo: sono questi i nomi dei due medici del reparto di Ginecologia del Civile di Brescia iscritti nel registro degli indagati per la morte di Giovanna Lazzari, la giovane mamma di Rezzato che perse la vita in ospedale il 31 dicembre scorso, a poche ore dalla bimba che portava in grembo, la piccola Camilla, all'ottavo mese di gestazione.

Una storia che ha scatenato l'indignazione ma anche e soprattutto le indagini: perfino il Ministero della Salute si mosse con una “task force” per verificare eventuali responsabilità. E a vari mesi dalla tragedia, qualche presunta responsabilità potrebbe essere stata accertata.

Tutti e due i medici sono infatti accusati di omicidio colposo e interruzione colposa di gravidanza, a conclusione delle indagini preliminari: sono durate più di nove mesi. Nel dettaglio, i capi d'accusa vengono così ricostruiti:

Buccheri e Prefumo in quei giorni non avrebbero considerato i sintomi di una probabile setticemia: la febbre di mamma Giovanna sarebbe stata dunque “giustificata” come una semplice infezione virale.

Non solo: avrebbero in seguito trascurato o sottovalutato il percorso diagnostico con cui i casi di setticemia andrebbero riconosciuti. Alla donna infatti solo questo sarebbe stato diagnosticato: febbre alta e gastroenterite. Quando invece le cose poi sono andate molto peggio.

E ancora, i medici Emilia Buccheri e Federico Prefumo si sarebbero addirittura disinteressati della giovane mamma, dimostrando così “negligenza e imperizia”. Giovanna Lazzari sarebbe stata affidata ad un'ostetrica senza esperienza, nonostante le sue condizioni si fossero aggravate.

Nonostante ormai, scrivono gli inquirenti, ci sarebbero stati tutti gli elementi per riconoscere uno shock settico, con tutte le conseguenze del caso. Non avrebbero fatto invece nulla, per salvarla: nemmeno per provarci.


Si parla di