Cronaca

Giovane papà morto sui binari: "Sono stato io a sganciare quel carro"

La testimonianza di Sperandio Barcellini, l'operaio di Rogno che la notte della tragedia era con i suoi giovani colleghi: Nicola Franchini è morto sul colpo, Francesco Fusari è ancora in coma

“Sono stato io a sganciare il carro”. Sarebbe questa la cruda testimonianza di Sperandio Barcellini, operaio 58enne di Rogno di Ferrovie Nord, impegnato venerdì scorso nel recupero di materiale da manutenzione in un deposito della Brescia-Iseo-Edolo, in territorio di Rodengo Saiano. Con lui anche Nicola Franchini, il 34enne morto sul colpo a seguito dell'incidente ferroviario, e il collega Francesco Fusari, di 32 anni.

Martedì mattina Barcellini è stato ascoltato al Palagiustizia, non appena dimesso dall'ospedale. Agli inquirenti ha detto tutto quello che sapeva: per il momento, la Procura ha aperto un fascicolo con due ipotesi di reato, omicidio colposo e lesioni colpose.

Ai limiti della disperazione, Barcellini ha parlato. Sul volto porta ancora i segni di quella notte: un graffio, un taglio, se lo sarebbe procurato nel tentativo di salvare i suoi colleghi. Quel grido, nel silenzio: avrebbe urlato con tutto il fiato in gola, per evitare la tragedia.

Ma tragedia è stata: Franchini è morto sul colpo, Fusari è ancora in coma farmacologico, con lesioni gravissime a gambe e bacino. Uccisi da un vagone carico di ferro, che si è schiantato contro la motrice dove in quel momento si trovavano.

Sarebbe stato Barcellini a sganciare quel vagone. “Ho sganciato il carro”, avrebbe ripetuto al Palazzo di Giustizia. “E dopo due minuti ho visto il botto”. Non si esclude quindi l'errore umano. Ma c'è ancora da capire il perché di questo errore, cosa effettivamente non ha funzionato.


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