Cronaca

Legano e pestano a sangue un gioielliere, poi fuggono con la cassaforte: arrestati

Per due dei componenti della banda di rapinatori, seguiti e intercettati per mesi dagli agenti della Squadra Mobile di Brescia, le manette sono scattate lo scorso 15 novembre all'aeroporto di Orio al Serio e in un bar di Rezzato

I due cittadini albanesi arrestati © Bresciatoday.it

BRESCIA. Lo hanno picchiato e torturato per ore perchè indicasse dove fossero le chiavi della cassaforte. Lui, un gioielliere di circa 70 anni, ha continuato a ripetere che non le possedeva, perchè da tempo le aveva affidate a un conoscente di fiducia. Ma solo dopo averlo riempito di botte gli hanno creduto, passando al piano B: hanno asportato la cassaforte, del peso di circa 500 kg, l'hanno caricata sull'auto dell'anziano e poi sono fuggiti. 

È successo in pieno giorno in via Corsica, lo scorso 13 settembre: nessuno avrebbe visto o sentito nulla.  Il gioielliere è rimasto segregato nel suo garage, finchè non è riuscito a liberarsi dal nastro adesivo con cui gli avevano legato mani e piedi e a chiamare il 112. Sul posto si è precipitata una pattuglia della Questura di Brescia, agli agenti il 70enne ha raccontato il pomeriggio di terrore. 

L'hanno aggredito alle spalle mentre entrava nel suo garage, poco distante dalla sua abitazione. Erano in tre e lo hanno spinto a terra, poi  lo hanno legato con del nastro adesivo e gli hanno sfilato un Rolex dal polso, infine si sono fatti consegnare le chiavi di casa. Una volta entrati nell'appartamento hanno messo gli occhi sulla cassaforte, così sono nuovamente scesi nel box auto per chiedere le chiavi. A nulla sono serviti i calci e i pugni sferrati con violenza: l'anziano non aveva le chiavi per aprirla. 

La svolta nelle indagini, condotte dalla squadra Mobile, è arrivata alcuni giorni dopo, quando è stata trovata l'auto del gioielliere, sulla quale era stata caricata la cassaforte, contenente 25mila euro in contanti e alcuni monili d'oro. I rilievi della scientifica hanno permesso di risalire a due degli autori del colpo, fruttato circa 35 mila euro. Sono stati seguiti, intercettati e pedinati per mesi, evitando così che mettessero a segno altre rapine: ogni volta che provavano a mettere a segno una nuovo colpo si trovavano faccia a faccia con una pattuglia della Polizia.

Le manette sono scattate lo scorso 15 novembre: il più giovane dei rapinatori - un 23enne albanese clandestino e con precedenti per furto - è stato bloccato all'aeroporto di Orio al Serio pochi istanti prima che salisse sopra un aereo diretto in Germania. Successivamente è stato portato nel carcere di Bergamo.

L'altro arresto in un bar di Rezzato: in manette è finito un 24enne albanese, anche lui clandestino e con alle spalle diverse condanne per rapina. Per lui si sono aperte le porte di Canton Mombello. Le indagini sono tutt'altro che concluse: rimangono da individuare gli altri componenti della banda. Oltre al terzo uomo indicato dall'anziano, infatti, potrebbe essercene un quarto che ha fatto da palo. 


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