Cronaca

Cadavere nella valagia: per l'identità si aspetta la ricerca sull'Afis

Gli inquirenti sarebbero già risaliti all'identità del 30enne di origine indiana grazie al tesserino dell'autobus trovato nell'appartamento, ma per l'ufficialità si attendono i risultati dell'Afis, il sistema in cui sono raccolte le impronte digitali

La valigia era stata abbandonata nell'atrio di un'anonima palazzina in via Cremona, a poca distanza dal centro di Brescia. Il ragazzo moldavo che stava ritornando a casa, poco prima delle 4 di mattina, ha avuto un sobbalzo: in quel grosso trolley si intravedeva la testa di un uomo. Quando sono arrivati, i carabinieri di Brescia hanno scoperto che la vittima era stata colpita da almeno cinque coltellate al petto e due alle gambe.

Queste ultime ferite inferte forse nel tentativo di fare a pezzi il corpo per nasconderlo meglio. Nella valigia era stato abbandonato anche il grosso coltello da cucina usato per uccidere. Il tentativo di occultare il cadavere è stato goffo, però, e non è andato a buon fine perché la valigia in parte si era rotta, oppure perché l'assassino, o gli assassini, sono stati disturbati da qualcuno.



La vittima è risultata essere un indiano di circa trent' anni

. Al momento, sarebbe stato riconosciuto, senza nessuna ufficialità, grazie al tesserino di abbonamento al trasporto pubblico rinvenuto nell'appartamento. Gli investigatori non hanno voluto però attribuirgli un'identità certa, perché aspettano i risultati della ricerca sull'Afis, il sistema in cui sono raccolte le impronte digitali. Si dicono però certi che si tratti di uno degli immigrati che abitava all'ultimo piano della palazzina: in quell'appartamento è accaduto il delitto, e a testimoniarlo rimane una lunga striscia di sangue che parte dall'interno e arriva fino all'androne in cui è stato trovato il corpo.

L'omicidio è probabilmente scaturito da una lite, l'ennesima tra gli indiani che occupavano l'appartamento e che, quando sono arrivati i carabinieri, erano già fuggiti, senza riuscire a portare via il loro macabro carico. Nell'alloggio, bottiglie vuote e sangue. Un vicino di casa racconta di aver visto il gruppo rientrare sabato sera, visibilmente alticcio. Poi delle grida, un trambusto che, però, spesso si ripeteva e a cui probabilmente nessuno ha fatto particolarmente caso. Fino a quando il ragazzo moldavo è tornato a casa ed è incappato nel trolley.

I militari ora stanno cercando di ricostruire in quanti abitavano in quell'appartamento, a chi era intestato il contratto d'affitto e per questo setacciano gli ambienti in cui sono soliti muoversi gli indiani. In particolare la Bassa Bresciana, dove sono in molti quelli dediti all'allevamento di animali e dove gli indiani costituiscono ormai da tempo una comunità che non è solita dare problemi.


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