Cronaca

Bomba alla scuola di polizia, svolta nelle indagini: i primi due indagati

Svolta nelle indagini: i presunti attentatori di Via Vittorio Veneto a Brescia, alla scuola di polizia PolGai, hanno un volto e un nome. Sono due anarchici di origini spagnole, uno dei quali nato a Brescia

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Hanno un volto e soprattutto un nome i due unici accusati (al momento) per l'attentato alla scuola di polizia PolGai di Via Vittorio Veneto a Brescia, in scena nel dicembre del 2015. Un ordigno rudimentale, fatto esplodere nel cuore della notte, realizzato sulla “base” di una pentola a pressione: quasi 8 chili di esplosivo, confezionati per l'occasione.

Per fortuna, non ci fu alcun ferito. Solo un gran boato, lo spavento e poi le indagini, fino alla rivendicazione: a prendersi il merito fu la cellula definitasi anarchica “Acca”, di cui fino ad allora mai si era saputo nulla.

Gli attentatori (presunti) ora sono stati individuati: si tratta di due persone di origini spagnole, residenti in provincia di Trento e già noti alle forze dell'ordine, legati a movimenti anarchici del Nord Italia e non solo. I loro volti erano stati “fotografati” anche in occasione di alcune manifestazioni.

Questi i nomi: Juan Antonio Sorroche Fernandez, 40 anni e originario di Girona, in Catalogna, e Manuel Oxoli, 35 anni e invece nato a Brescia. Risultano entrambi iscritti nel registro degli indagati, accusati di attentato con finalità terroristiche e di detenzione e fabbricazione di esplosivo.

La bomba venne fatta esplodere in Via Vittorio Veneto, alle spalle dell'edificio dove trova posto la sede della PolGai, la scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa. Uno dei due attentatori venne inquadrato, incappucciato, dalle telecamere di videosorveglianza.

Poco più di un anno dopo, la svolta nelle indagini: identificati i due presunti attentatori. Che ora sono attesi, per difendersi dalle accuse, davanti al giudice per le indagini preliminari.


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